L’anno appena trascorso è stato particolarmente proficuo per quanto riguarda il contenimento del pesce siluro nelle acque del fiume Oglio. Numeri alla mano si è infatti calcolato che nel solo 2020 sono stati catturati e smaltiti ben 448 esemplari lungo tutto il bacino dell’Oglio a sud del Sebino, tra le province di Brescia, Bergamo e Cremona, per un totale complessivo di circa 1752 kg di peso.
IL PESCE SILURO: PERICOLO PER L’ECOSISTEMA NATURALE
Ci sono alcune specie animali non autoctone che sono particolarmente dannose per l’ecosistema dei nostri corsi d’acqua: tra queste la più devastante è proprio il pesce siluro. Si tratta di un enorme specie ittica che può arrivare fino ai 2 metri di lunghezza e superare anche i 100 kg di peso.
Originario dell’Europa orientale, per la precisione del bacino est del Danubio, è stato introdotto nei fiumi della pianura padana circa mezzo secolo fa. Ora è però presente anche nel centro Italia, nelle acque dell’Arno e del Tevere. Il siluro (o Silurus glanis) è estremamente vorace e invasivo, ed essendosi insediato al vertice della catena alimentare, mette a repentaglio la sopravvivenza delle specie autoctone più piccole. Da qui, ecco che da alcuni anni in certe zone d’Italia sono stati presi seri provvedimenti al fine di salvaguardare le specie autoctone, ad esempio vietando ai pescatori la reimmissione in acqua del pesce siluro o incentivandone la pesca e lo smaltimento.
LA PESCA DI CONTENIMENTO E LA SFIDA CULINARIA
I dati del 2020 sembrano certificare che il percorso intrapreso per la tutela delle specie autoctone, dell’ecosistema e dell’attività dei pescatori stia funzionando. Tuttavia, se da un lato la Regione Lombardia ha investito 150mila euro su tutto il territorio regionale per le attività di contenimento di questa specie, dall’altro i risultati per essere efficaci devono ora proseguire nel percorso che porta anche alla valorizzazione della carne di questo animale.
Infatti, se fino a poco tempo fa la pesca del siluro era quasi unicamente sportiva (resa ancor più epica e avvincente viste le grandi dimensioni delle prede), ora si inizia a pensare alle sue carni da un punto di vista culinario, così come è stato per altri pesci da fondale, come la tinca. Questo passaggio sarà fondamentale per contenere ulteriormente la diffusione di questa specie, aprendo anche alla valorizzazione commerciale della carne di siluro. Già alcuni ristoranti pare abbiano aderito all’iniziativa, inserendo il prodotto nel menù.
I LUOGHI DELLA CATTURA E LA SINERGIA PARCO-REGIONE
I 448 esemplari di siluro pescati nel 2020 sono stati catturati in vari settori lungo tutta l’asta del fiume Oglio, ma la maggior parte delle catture era concentrata nelle acque dei canali di Torre Pallavicina, dove son stati presi ben 129 esemplari. Per quanto riguarda gli altri settori, 114 siluri sono stati pescati nel tratto tra Castelli Calepio e Capriolo, 49 a Palazzolo, 87 tra Rudiano e Pumenengo, solamente 32 tra Pumenengo e Soncino, mentre nel tratto tra Pontevico e Robecco d’Oglio sono stati catturati 37 esemplari. E questo lavoro di contenimento delle specie invasive e di salvaguardia delle più fragili specie autoctone sta dando risultati positivi grazie all’operato congiunto tra Regione Lombardia e Parco Oglio Nord.
«La presenza del siluro nel fiume Oglio rappresenta da anni una costante minaccia in continuo aumento – ha aggiunto il presidente del Parco Oglio Nord, Luigi Ferrari – Le capacità predatorie di questa specie generano effetti devastanti sia sulla fauna ittica che per le specie di mammiferi che vivono sul fiume. Durante le catture sono stati prelevati esemplari di dimensioni notevoli anche presenti nelle rogge adiacenti al fiume. Gli interventi volti al contenimento del siluro dovranno continuare anche nei prossimi anni, auspicando in un aumento delle risorse economiche che garantiranno un’azione più efficace di contenimento. In questa azione Parco e Regione continueranno a lavorare sinergicamente come fatto in quest’ultimo triennio».
Giornalista pubblicista classe 1986, originario di Palazzolo sull’Oglio.
Laureato in Comunicazione di Massa e Nuovi Media all’Università di Bergamo. Per anni ha scritto della Franciacorta e della Valle dell’Oglio per un settimanale della provincia di Brescia. Appassionato di ciclismo, viaggi e fotografia.