Pochi possono affermare di svegliarsi ogni mattina con la voglia di recarsi al lavoro e con un entusiasmo che durerà per tutta la giornata. Così come il numero di coloro che possono legittimamente chiamarsi Ironman è ancora più esiguo. Alberto Schivardi – triatleta palazzolese e allenatore – si è conquistato questi privilegi negli anni con tenacia e resilienza, una pedalata, una bracciata ed un passo di corsa alla volta.
LO SPORT FIN DA PICCOLOSSIMO
La sua storia, come tutte le storie del resto, comincia da bambino quando i tratti da «il mio lavoro non sarà mai in ufficio in giacca e cravatta» erano già evidenti. «Giocavo a calcio nei Pulcini del Palazzolo, ma la mia carriera da portiere vista l’altezza poco funzionale è stata breve. Poi il judo, ma ero troppo minuto; stesso discorso per la pallavolo alle medie». Il calcio rimane comunque il suo sport in oratorio fino alla maturità, quando un amico gli propone di diventare professore di ginnastica con un’argomentazione interessante: «Sembra che si cucchi parecchio».
La facoltà di Scienze Motorie a Milano all’epoca annovera 120 studenti divisi in 4 classi che si cimentano in diversi sport e l’esperienza nella metropoli, benché richiedesse disciplina e ritmi serrati, è stata altamente formativa. Già negli anni dell’università Alberto collabora con le palestre, nonché continua a mantenere lavori part–time intrapresi durante la scuola secondaria per assicurarsi indipendenza economica e pagarsi gli studi.
ANIMA SPORTIVA ALLO STATO PURO
Nel 2011 ecco il progetto chiamato AS₂O – Anima Sportiva allo Stato Puro. Un ambiente piccolo e riservato a Palazzolo dove Alberto lavora su appuntamento offrendo non solo un’ora di allenamento, bensì una preparazione specifica che abbraccia tutte le componenti del mondo del fitness: dalla rieducazione posturale, a lui tanto cara, al massaggio muscolare, fino al programma nutrizionale all’Ironman Coaching. «Volevo poter gestire il mio tempo al meglio. Ero arrivato ad un punto in cui mi sentivo un aereo pronto al decollo, ma chiuso in un hangar. Ora sono libero di lavorare e allenarmi, di dedicare tempo a me stesso ed ai miei clienti».
Alberto è stato per sua stessa ammissione «un bambino arrendevole» che ha ispessito la propria pelle rispondendo agli eventi della vita. Quello forse più significativo è accaduto il 18 gennaio 1994 quando a quattordici anni, Schivardi viene investito da una macchina e rischia non solo di perdere il braccio destro, ma anche la vita. C’è un prima ed un dopo nella storia di ogni individuo. Da quel momento il desiderio di rivincita ed il forte e sentito bisogno di dimostrare a se stesso di potercela fare e di spingersi oltre ai limiti paventati, solitamente da altri, diventano il sale della sua esistenza.
IROMAN, OLTRE I PROPRI LIMITI
Il corpo di Alberto porta cicatrici e tatuaggi significativi, frasi scritte con la calligrafia di chi le ha pronunciate e la M puntata di Ironman. «Mia sorella Giada, che ho più volte maledetto in gara (sorride, NdR) mi chiamò da Nizza per chiedermi di una strana competizione a cui stava assistendo: gli atleti avevano nuotato in mare, pedalato per chilometri e poi si erano messi a correre. Aggiunse che il mio fisico assomigliava al loro e magari… avrei potuto farlo anch’io». Nel 2015 Alberto è pronto per la sfida con se stesso e – con il supporto di amici e familiari che lo seguono e lo incitano durante tutta la gara – diventa un Ironman: traguardo che raggiungerà più volte in seguito.
Dopo aver nuotato per 3,8 chilometri, pedalato per 180 e corso per 42, quali obiettivi ci sono nel futuro di Alberto? «Uno di tipo lavorativo: sto organizzando il raduno annuale dei triatleti europei in Franciacorta dal 16 al 19 aprile. E poi mi sto preparando alla prossima sfida, sempre oltre i limiti: fare il papà».
Nata a Palazzolo, dopo la laurea in lingue e letterature straniere si trasferisce a Londra dove si dedica all’insegnamento. Lo studio delle scienze e della psicologia unitamente alla passione per la scrittura, il cinema e la musica riempiono le sue giornate spese tra l’Italia, il Regno Unito e gli USA.