Creare insetticidi e repellenti che salvaguardino la vita delle api, in quanto elemento fondamentale per la salvaguardia della biodiversità del territorio italiano e del nostro prezioso ecosistema. Questo è stato il lodevole obiettivo che ha spinto il soncinese Aldo Villagrossi a fondare – con l’aiuto di altri ingegneri e ricercatori dell’Università della Basilicata – un ambizioso progetto di biologia etica, Etibea, allo scopo di dare concretezza agli studi di selezione genetica inerenti la problematica delle api che stanno scomparendo a causa dei pesticidi usati in agricoltura.
INNOVAZIONE AL SERVIZIO DELLA NATURA
«Sulla base delle conoscenze dei biologi, dei genetisti e degli agronomi del team – ha spiegato l’ingegnere 52enne – abbiamo individuato, creato e testato un insetticida, per adesso di uso domestico, in grado di eliminare le specie che danno fastidio all’uomo (zanzare, mosche), ma che non attaccano in alcun modo le api e gli insetti impollinatori». Questo innovativo prodotto era già stato presentato pubblicamente da Aldo sia a New York, all’ADF forum di Manhattan nel settembre del 2018, e all’ADF forum di Parigi nel gennaio 2019 suscitando l’interesse di diverse realtà internazionali presenti.
Aldo Villagrossi
La produzione e la commercializzazione di questo insetticida sono però in stand-by poiché sono sorte all’interno del team alcune problematiche di carattere etico, in quanto l’obiettivo di Etibea è quello di salvaguardare la vita degli insetti, non di annientarla. Da circa un anno quindi, invece di concentrarsi su un biocida non eticamente sostenibile, stanno sviluppando un repellente naturale che possa essere in grado di allontanare gli insetti sgraditi anziché ucciderli. «Attualmente stiamo effettuando dei severissimi test di stabilità, come avviene per tutte le sostanza bio, su questo prodotto che fa sì che la zanzara non veda più l’uomo come un target da pungere, ma come una pianta. Si tratta di uno spray corpo che funziona benissimo e potrebbe essere una soluzione importante sia per noi che viviamo nella pianura padana, sia per le popolazioni che vivono in Paesi esotici come il sud–est asiatico, l’Africa o l’America latina».
SOSTENIBILITÀ AD AMPIO SPETTRO
Circa un terzo del cibo che mangiamo è frutto del lavoro di impollinazione degli insetti: solo in Europa sono infatti 4mila i tipi di ortaggi che vengono impollinati. Secondo l’ingegnere e scrittore soncinese bisogna quindi smette di agire pensando solo agli effetti immediati delle proprie azioni, ma è giunta l’ora di iniziare a pensare con una sostenibilità ad ampio spettro, soprattutto se si parla di ambiente e di animali – come le api, le farfalle e i bombi – che con la loro impollinazione sono indispensabili non solo per la produzione di miele, ma per tutta la produzione alimentare.
Giornalista pubblicista classe 1986, originario di Palazzolo sull’Oglio.
Laureato in Comunicazione di Massa e Nuovi Media all’Università di Bergamo. Per anni ha scritto della Franciacorta e della Valle dell’Oglio per un settimanale della provincia di Brescia. Appassionato di ciclismo, viaggi e fotografia.