Che avesse della stoffa lo si capiva già quando era una semplice studentessa. Tenacia, coerenza, intraprendenza e soprattutto merito, hanno portato la palazzolese Roberta Bellino ad essere – a soli 35 anni – uno più giovani dirigenti scolastici della Lombardia e una delle principali organizzatrici di mostre d’arte della città di Brescia.
LA RINASCITA DEL MARTINENGO
Partita con in tasca una Laurea magistrale in Lettere e Filosofia alla Cattolica di Brescia, Roberta è diventata presto giornalista. Poi, nel 2013, ha deciso di intraprendere la carriera di insegnante a tempo pieno e nel frattempo è stata selezionata da DeAgostini per collaborare alla scrittura di un libro di testo di letteratura per le scuole superiori.
È in questo momento di fervore che insieme a due amici – Franco Mussinelli e Elisa Calabria, di Castegnato – ha deciso di fondare l’associazione Amici di Palazzo Martinengo (di cui è presidente) per rivitalizzare appunto Palazzo Martinengo (in centro a Brescia) e farlo diventare un museo oggi tra i più rinomati della regione. Forte della sua esperienza nel Cda della Fondazione Cicogna Rampana, Roberta sapeva bene come muoversi.
Roberta Bellino
Com’è nata l’idea? Conoscevamo quel palazzo incantevole e sapevamo fosse vuoto. L’idea è nata al tavolino di un bar, ma presto ci siamo impegnati per scrivere un progetto serio e di qualità per portarci delle mostre d’arte. Lo abbiamo sottoposto all’allora presidente della Provincia, al quale è piaciuto molto. Da qui siamo partiti e con tanto sacrificio siamo riusciti a far diventare Palazzo Martinengo quel luogo d’arte che è oggi. La prima mostra è stata Il cibo nell’arte nel 2014: un grande successo che ha portato alla realizzazione di esibizioni ogni anno.
Avete avuto sin da subito l’aiuto di Davide Dotti, tra i più importanti giovani critici d’arte italiani. Esatto. Davide non è solo eccellente nel suo lavoro, ma è anche una persona geniale, uno che ha una marcia in più. Grazie a lui e alle sue conoscenze è stato riunito un comitato scientifico di qualità e ogni anno allestiamo mostre che ospitano opere di artisti molto noti, ma anche di artisti considerati minori. Tra questi pittori, locali e non, Dotti trova sempre chiavi particolari di lettura e grazie al puntuale allestimento il percorso tra le opere è sempre suggestivo e di alto livello.
Come fai a mantenere tutti questi impegni? Non è semplice. Vivo a Milano, lavoro nel Comasco, ma a Palazzo Martinengo mi ricarico, perché sono a contatto con la Bellezza. Siamo in pochi a organizzare, ma ciò ci consente di essere più rapidi. Dalla pianificazione delle coperture assicurative e dei premi fino al recupero degli sponsor, il lavoro è faticoso, ma restituisce moltissimo. Inoltre non dimentichiamo la collaborazione con le scuole, la didattica tematica tarata sui programmi, la selezione del personale e i rapporti istituzionali. Grazie a questi ora abbiamo una partnership con Brescia Musei e possibilità di biglietti comuni.
Giornalista pubblicista, classe 1986, nato a Palazzolo sull’Oglio dove risiede da sempre. Laureato magistrale alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, lavora come corrispondente per un importante quotidiano locale.
Appassionato di cinema, di storia, lingue straniere e geopolitica.