Autore conosciuto per lo più dagli storici dell’arte locale, Aurelio Gatti detto Sojaro, nato a Cremona nel 1556, visse per un certo periodo tra Crema e Romano di Lombardia, legando il suo nome anche alla vallata del fiume Oglio. Il suo soprannome deriva da quello che era stato dato al padre Bernardino, pittore di origine pavese, attivo a Cremona ed autore della pala dell’altare maggiore della Cattedrale. Artista molto capace, come si evince dalle opere importanti a lui commissionate, era stato il primo maestro del figlio Aurelio.
DA PADRE A FIGLIO
Il primo documento in cui quest’ultimo venne nominato risale al 1576, anno della morte proprio del padre, in cui venne indicato erede del defunto. Ma non è certo l’eredità economica ad essere qui messa sotto la lente d’ingrandimento, perché il nostro autore – non riuscendo ad imporsi nel mercato artistico cremonese, dominato dai tre fratelli Giulio, Antonio e Vincenzo Campi, molto più capaci ed apprezzati – dovette spostarsi in provincia, ossia in quei territori dove il suo linguaggio non particolarmente raffinato poteva essere maggiormente accolto da una committenza senza grandi pretese.
La sua prima opera documentata si trova nella chiesa parrocchiale di Torre Pallavicina, la chiesa di Santa Maria in Campagna. Restaurata alla fine del XVI secolo, è probabile che in occasione di questi lavori i fabbricieri abbiano voluto dotarla di nuovi apparati liturgici, fra cui una nuova pala d’altare. L’opera è interessante perché va a documentare una pratica molto cara al Sojaro, ossia l’utilizzo dei disegni preparatori del padre, come in questo caso: infatti, la Vergine Assunta rappresentata è identica a quella della Cattedrale di Cremona. Lavorare in questo modo permetteva al Gatti di essere piuttosto veloce nella realizzazione delle sue opere e la stessa abitudine viene riscontrata a Romano, dove lavorò nella basilica di San Defendente.
A Soncino le opere di Aurelio Gatti sono conservate nella Pieve di Santa Maria Assunta e nella chiesa di San GIacomo: nel primo caso si tratta di una pala d’altare controriformista che ha come soggetto la Trinità e un San Michele che uccide il Diavolo, posta dietro l’altare maggiore, opere risalenti agli anni Novanta del Cinqucento. Sempre nello stesso periodo venne dipinta la pala per la chiesa di San Giacomo, commissionata dalla famiglia Cerioli e posta sopra l’altare di loro giuspatronato. Il dipinto rappresenta una Sacra Conversazione con Santi ed è presente il ritratto del committente.
LA PITTURA LOMBARDA
Nella chiesa parrocchiale di Calcio è conservata l’Ultima Cena: il dipinto è interessante perché al suo interno è possibile osservare uno degli elementi fondamentali della pittura lombarda, ossia l’aderenza alla realtà. Oltre a trovare sulla tavola del cibo familiare ancora adesso (come la rosetta in primo piano), si possono osservare le pieghe della tovaglia appena tolta dal cassetto, elemento che testimonia la volontà di non idealizzare l’evento evangelico, ma di renderlo il più prossimo possibile allo spettatore.
Sacra Conversazione, Chiesa di San Giacomo a Soncino
Dopo aver terminato questi lavori, Aurelio Gatti si spostò a Piacenza ed è nella città emiliana che morì nel 1601.
GLOSSARIO
Disegni preparatori Detti anche cartoni preparatori, vengono realizzati dagli artisti per progettare l’opera d’arte e sono importanti per capire l’evoluzione esecutiva di quest’ultima. Molto spesso i disegni preparatori vengono riutilizzati in luoghi diversi e riadattati secondo le esigenze di commissione e di spazio.
Giuspatronato Privilegi e oneri attribuiti, per disposizione dell’autorità ecclesiastica, ai fondatori di una chiesa o di un beneficio e ai loro eredi.
Arrivata a Bergamo all’età di quattro anni, ama definirsi “sardorobica”, perché non può fare a meno né del Campidano, né della Bassa. Laureata in Storia dell’arte alla Statale di Milano, si occupa di divulgazione storico-artistica e continua a studiare arte locale, pubblicando le sue conclusioni sul suo blog vademecumturistacasuale.altervista.org/blog/