Settantacinque anni dal quel 25 aprile 1945 in cui si realizzò finalmente la Liberazione dell’Italia dalla spregevole dittatura nazifascista e, forse mai come questa volta, l’anniversario e la sua celebrazione rappresentano per tutti noi qualcosa di fisico e tangibile.
Questo particolare 25 Aprile 2020 resterà nella storia per la terribile emergenza Coronavirus, che non consente assembramenti di persone. Tuttavia, e forse a maggior ragione proprio questo motivo, molti Comuni della Valle dell’Oglio hanno deciso di commemorare comunque, nelle limitazioni consentite, questa data così importante. Perché il 25 Aprile 1945, segnando la fine della guerra e della dittaura, ha di fatto permesso l’avvio di tutti quei passaggi storici successivi di capitale importanza – la nascita della Repubblica, il voto alle donne , il varo della Costituzione e tanto altro – che sono alla base della nostra giovane Italia repubblicana, così come la conosciamo oggi.
A rappresentare i cittadini sono stati i sindaci, i consiglieri, le autorità civili e religiose e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle locali sezioni partigiane: davanti ai Monumenti ai Caduti della Resistenza nei vari Comuni, hanno portato il saluto grato e il ricordo vivo delle proprie comunità. A seguire, nel pomeriggio alle 15, molti hanno accolto l’invito dell’ANPI – l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – a cantare alla finestra o dal proprio balcone Bella ciao, la canzone simbolo della Resistenza e del sacrificio di tanti – uomini e donne, di ogni fede politica e religiosa – che fecero la loro parte e contribuirono alla Liberazione d’Italia.
La celebrazione di Palazzolo (città sede della nostra Redazione), dove a rendere omaggio al Monumento alla Resistenza erano presenti il sindaco, il parroco, il comandante della Polizia locale e la referente dell’ANPI cittadina. Photocredit Giovanni Colosio.
Insomma, un settantacinquesimo anniversario che ha visto sovrapporsi la storia con l’attualità e – seppure per motivi molto diversi – ha ribadito ancora una volta l’importanza dei valori della Costituzione e della Libertà. Come ebbe a scrivere Piero Calamandrei nel suo Discorso sulla Costituzione nel 1955: «È così bello, è così comodo: la libertà c’è. Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi alla politica. E lo so anch’io! Il mondo è così bello, ci sono tante cose belle da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica. La politica non è una piacevole cosa. Però, la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica».
O ancora, per citare Giorgio Gaber: «Libertà è partecipazione».