Seguici su

Storie D'Oglio

MASSIMO, FISIOTERAPISTA DEI CAMPIONI DEL BASKET BRESCIA LEONESSA

Pubblicato

il

Ha compiuto trent’anni lo scorso luglio, ma già da cinque ha trovato il lavoro dei suoi sogni, inseguito con costanza e ottenuto grazie al merito e anche ad un pizzico di fortuna. Lui, Massimo Cancelli, è un giovane fisioterapista di Pontoglio e da sempre è un grande appassionato di basket. Da un paio di anni vive a Brescia per stare vicino ai suoi atleti, ossia i cestisti del Basket Brescia Leonessa, tra cui figurano giocatori tra i migliori del campionato come David Moss Awudu Abass, Luca Vitali e Tyler Cain. Dopo il diploma di liceo scientifico a San Bernardino a Chiari e una laurea in Fisioterapia all’Università di Brescia, Cancelli ha ottenuto un Master in Fisioterapia sportiva e continua a frequentare corsi e convegni di aggiornamento in riabilitazione sportiva.

Come sei arrivato al Basket Leonessa?
Ho sempre amato la pallacanestro, che pratico sin da quando ero giovanissimo. Ma a volte le cose più belle della vita capitano per casi fortunati, oltre che con l’impegno e la passione. Qualche anno fa, dopo avere assistito ad una partita del Basket Brescia, inviai quasi per gioco il mio curriculum alla società. Questa mi rispose con mia grande sorpresa che stavano selezionando proprio una figura da inserire per ricoprire il ruolo di fisioterapista nella prima squadra. Bisognava però passare una selezione, e qui è entrato in gioco la mia grande passione e l’amore per il mio lavoro e per il basket: con mia grande gioia fui selezionato.

Quali sono le tue mansioni nella squadra?
Durante questi anni sono cresciuto professionalmente e attualmente sono responsabile dello staff di fisioterapia per la prima squadra. I miei ruoli principali sono la gestione e la prevenzione degli infortuni, il monitoraggio dei carichi di lavoro, oltre che favorire il recupero muscolare e il mantenimento dello stato di forma dei giocatori. Fondamentale è ad esempio la preparazione prima della stagione: si valutano gli infortuni precedenti, la condizione fisica, si fanno tutti i test e si elaborano schede coi dati. Con questi si sviluppano poi dei protocolli di lavoro individuali da strutturare in base al calendario. Fondamentale è lo scambio di informazioni tra lo staff medico e gli allenatori per essere sempre aggiornati sulle condizioni dei giocatori. È sicuramente importante instaurare un rapporto di empatia con gli atleti, poiché il nostro lavoro è quello di farli giocare nelle migliori condizioni possibili ed è necessario che vi sia fiducia reciproca.

Quali sono state le tue emozioni più grandi da quando sei alla Leonessa?
Ci sono state molte emozioni, ma quelle che più ricordo in particolare sono due: la promozione in Serie A e l’accesso alle Top 16 di Eurocup per la prima volta nella storia.  L’anno della promozione per me resta indimenticabile: andammo sempre a gara 5 nei playoff e ricordo che eravamo tutti molto stanchi, ma la squadra era talmente unita che tutti si sostenevano l’un l’altro. Più recentemente, l’accesso alle Top 16 di Eurocup è stato qualcosa di gratificante: giocare in Coppa e in campionato è faticoso fisicamente e mentalmente per gli atleti, ma anche per noi che lavoriamo con loro. Dopo lunghe trasferte si arriva in hotel e si lavora duro di giorno e la sera. Bisogna fare attenzione ai piccoli dettagli che fanno la differenza.

Giornalista pubblicista, classe 1986, nato a Palazzolo sull’Oglio dove risiede da sempre. Laureato magistrale alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, lavora come corrispondente per un importante quotidiano locale.
Appassionato di cinema, di storia, lingue straniere e geopolitica.

Continua a leggere