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Storie D'Oglio

QUARANTA CANDELINE PER «CARO TEATRO» DI PALOSCO

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Verso la fine degli Settanta sono stati moltissimi i giovani della zona che, inebriati dalla dinamica atmosfera culturale dell’epoca, si sono avvicinati al mondo teatrale e hanno creato compagnie, in particolare dialettali, nei contesti degli oratori. Molte hanno cominciato, ma pochissime sono giunte sino a noi. Tra le più longeve c’è sicuramente la compagnia Caro Teatro di Palosco, che nel 2019 ha festeggiato i primi quarant’anni di attività.

Nata nel 1979, la compagnia è ancora attiva grazie alle energie di una ventina di volontari tra attori, regista, suggeritore e staff luci/audio. Passione, dedizione e tanto sacrificio hanno fatto sì che il gruppo passasse indenne (o quasi) quattro decenni a suon di risate. Le origini sono presto spiegate: alcuni giovani che si frequentavano abitualmente all’oratorio di Palosco si trovavano poi al bar e fu così che accarezzò le loro menti l’idea di recitare qualche siparietto comico. Il primo presidente Marco Marchetti, con Andrea Pelliccioli, Osvaldo Torri, Angelo Pinetti, Tullio Aceti e altri amici provarono così l’emozione di calcare il palcoscenico e si trovarono così bene che, una volta conclusa quell’esperienza, decisero di affiggere alcuni manifesti per il paese.

«Tra quei giovani che furono incuriositi da quelle affissioni ci fui anch’io – ha spiegato l’attuale regista Lisetta Gipponi, anima della compagnia -. Allora era soprattutto un motivo per stare insieme e fare qualcosa di buono per la nostra parrocchia, ma non potevamo di certo immaginare che quarant’anni dopo saremmo stati ancora qui a proporre ogni anno una nuova commedia. Lo facciamo per passione e perché ci divertiamo moltissimo. Se non ci fossero questi elementi non avremmo passato incolumi le difficoltà di questi decenni. Il nostro punto di riferimento sono sempre gli autori bergamaschi che scrivono in dialetto, ma il nostro obiettivo è duplice. Da un lato desideriamo far ridere, ma anche riflettere i nostri spettatori su varie tematiche; e dall’altro vogliamo contribuire a sostenere l’oratorio di Palosco, a cui è sempre destinato il ricavato delle esibizioni».

Nel corso del tempo sono decine le commedie che Caro Teatro ha portato in scena. L’ultima in ordine di tempo, che è stata portata in tournée quest’anno (l’ultima apparizione è stata a Darfo il 23 novembre) è stata Ol gioàn di boghe, opera scritta dal celebre poeta e saggista bergamasco Umberto Zanetti, scomparso l’anno scorso. Tra le commedie ce n’è stata anche una prodotta proprio internamente e scritta da Mario Martina, dal titolo Ghera na olta.

«Ci tengo a sottolineare che scegliamo accuratamente le commedie che portiamo sul palco – ha spiegato la Giupponi -. Non vogliamo solo provocare sorrisi, ma far pensare le persone a tematiche di attualità oppure sulla riscoperta dei valori della famiglia e dello stare insieme. Tutti ridono se cade una sedia, ma noi vogliamo che quella sedia caschi per un motivo. E che la gente ci rifletta. Adesso ci fermiamo per la vacanze di Natale, ma a gennaio prenderemo in mano un nuovo copione e entro la fine della primavera saremo pronti con una nuova commedia che sarà poi quella che porteremo in giro nel 2020».

La strada della compagnia, tuttavia, non è sempre stata in ascesa. C’è stato un momento in cui il gruppo si è dovuto fermare, e non certo per colpe proprie. Attorno al Duemila è stato abbattuto per ragioni di sicurezza il cineteatro che era stato per anni la casa dei volontari. La compagnia non ha recitato per qualche anno finché per volontà del parroco don Giuliano Bonù è stato ristrutturato l’Auditorium San Lorenzo, un vecchio cineteatro dei primi del Novecento accanto alla chiesa. Così, il cammino è ricominciato e Caro Teatro sta vivendo oggi una seconda giovinezza fatta di attori instancabili che non hanno mai mollato e nuove leve: ragazzi che si divertono e che credono nel teatro dialettale come valore aggiunto di una società che non vuole abbandonare le proprie tradizioni. 

Giornalista pubblicista, classe 1986, nato a Palazzolo sull’Oglio dove risiede da sempre. Laureato magistrale alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, lavora come corrispondente per un importante quotidiano locale.
Appassionato di cinema, di storia, lingue straniere e geopolitica.

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