Sara Corna non ha bisogno di introduzioni – sicuramente non a Palazzolo sull’Oglio, sua città d’origine, dove è amata sia per la sua voce calda e avvolgente, sia per il suo ruolo di insegnante – ma anche nel resto d’Italia, dove le sue serate, spesso con finalità benefiche, suscitano emozioni positive nel pubblico affezionato ed in chi la incontra per la prima volta.
Artista poliedrica e apprezzata, parla con ritrosia di come metta a disposizione la sua arte per gli altri, ma le belle notizie circolano: dal sostegno al concittadino Marco Bertoli e alla sua associazione Il Padre Pellegrino Onlus, agli anni di impegno dopo l’insistente richiesta di suor Rosalina per l’insegnamento volontario agli ospiti della Comunità Shalom, fino alle tante serate per beneficenza sono la prova di come Sara abbia deciso di utilizzare il suo dono. Ciò fa di lei non solo una talentuosa cantante ma, prima di tutto, uno stimato membro della cittadinanza palazzolese.
Partiamo dall’inizio. Come hai scoperto la tua voce? Ho avuto un’infanzia felice e spensierata nella quale cantare era normale. In realtà, non pensavo di aver una voce speciale. Io e mia sorella Luisa cantavamo e ci dava gioia farlo. Poi però, durante il percorso delle scuole superiori, capii che forse un futuro da ragioniera non faceva per me e che avevo invece bisogno di avvicinarmi all’arte. Andai dal compianto maestro Renzo Pagani del Coro Polifonico La Rocchetta alla ricerca di conferme sulla fattibilità dell’intraprendere gli studi musicali ed eventualmente un giorno farne una carriera. Partii per Milano a soli sedici anni.
Mamma e papà Corna come presero questa tua decisione? Bene, direi. Sono stata fortunata ad avere due genitori che mi hanno lasciata libera di fare le mie scelte, anche se non canoniche e non legate all’azienda di famiglia. Con mia sorella già all’estero, non mi fermarono e mi sostennero negli anni di studio e di sperimentazione.
In che senso sperimentazione? Mentre studiavo, ho cominciato a lavorare, e, curiosa per natura, facevo serate, cantavo nei teatri con una passione particolare per la canzone italiana, ma anche per il gospel ed il jazz. Sono stata in Francia con un gruppo di musicisti e abbiamo proposto un repertorio jazzistico. Ultimamente in serate a Castenedolo mi occupo di musica napoletana come già era successo anni fa al Festival di Napoli.
Dalla Francia viene anche il metodo di canto che hai sviluppato per te stessa. Sì, sempre spinta dalla mia curiosità, ho incontrato Elisa Benassi (formatrice e fondatrice di Essere Voce, Ndr) che ha portato in Italia la Psicofonia. Per me è stata la chiave di volta per utilizzare la voce a mio piacimento e viverla come energia pura. Il metodo mi ha dato tanto a livello personale, ma anche nell’ambito dell’insegnamento.
Parliamo di Sara, maestra di canto. L’insegnamento è stata un’altra bella sorpresa non essendo stato per anni tra le mie priorità. Oggi invece sono contenta di bilanciare i concerti con le ore di attività all’Accademia di Formazione Musicale Riccardo Mosca di Palazzolo, dove seguo i miei allievi tre giorni alla settimana. Ai più piccoli dedico mezz’ora di lezione, dagli undici anni ai quattordici tre quarti d’ora ed ai più grandicelli un’ora intera. Come in ogni contesto accademico, mi trovo a lavorare con allievi dotati che si impegnano e si presentano a lezione con i pezzi imparati a memoria. Poi magari c’è anche chi è meno volenteroso, ma questo fa parte del gioco.
Cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua strada? Studio, gavetta, impegno e stare in guardia da chi prende giovani talenti ed in un certo senso li gonfia in maniera spropositata, perché così facendo si bruciano delle tappe fondamentali del percorso e si corre il rischio di scoppiare prematuramente.
Hai un pubblico affezionato, come ti rapporti con loro? La voce esterna le vibrazioni dell’anima. Io mi do a loro e loro danno a me. È curioso, a volte, finita una serata trovo i commenti sui miei social media di persone che erano presenti, ma non hanno avuto il coraggio di venirmi a salutare di persona. Invece a me piace che si facciano avanti per condividere le loro emozioni. La musica è passione, sono felice quando arriva al mio pubblico.
Una carriera all’insegnadella passione e della sperimentazione
Sara Corna è nata a Palazzolo. Durante gli studi di ragioneria capisce che la sua strada potrebbe essere un’altra e che l’uso della voce potrebbe diventare non solo una passione, ma anche uno strumento di lavoro. A sedici anni si iscrive quindi al CPM Music Institute di Milano, scuola di musica popolare contemporanea fondata e diretta da Franco Mussida che rilascia per conto del Ministero dell’Istruzione certificati di Alta Formazione Artistica e Musicale.
Negli anni che lei stessa definisce di sperimentazione, Sara studia e lavora con ingaggi che le permettono di farsi le ossa anche nel mondo dello show business. Accompagnata da un coro gospel di 40 elementi, gira l’Italia e si esibisce nelle più belle cattedrali italiane. Nel 2002 calca il palco del Festival di Napoli con il brano inedito Io vivo, mentre nel 2005 lavora con l’Orchestra della Rai durante la stagione del famoso programma Domenica In, nonché partecipa alle maratone televisive di Telethon.
Nel 2006 parte per il tour Acqua viva come supporter della sorella Luisa (nota cantante, attrice e presentatrice, Ndr), continuando poi la sua carriera da solista e le fruttuose collaborazioni con musicisti di alto valore. Lo scorso novembre è stata giurata della Gara di Canto svoltasi a Cassano d’Adda e per gli amanti della musica partenopea è ormai ospite ricorrente con Emilio Valoroso nelle serate musicali organizzate in un noto locale di Castenedolo.
Nata a Palazzolo, dopo la laurea in lingue e letterature straniere si trasferisce a Londra dove si dedica all’insegnamento. Lo studio delle scienze e della psicologia unitamente alla passione per la scrittura, il cinema e la musica riempiono le sue giornate spese tra l’Italia, il Regno Unito e gli USA.