Se vi è un insegnamento che ci fornisce la storia è che nulla è immutabile e che alle trasformazioni è necessario adattarsi intelligentemente, senza osteggiarle. Mutamenti, insomma, da accogliere e interpretare, esattamente come fatto da una famiglia di affermati imprenditori del settore tessile di Capriolo che – sul finire degli anni Novanta – ha saputo comprendere il cambiamento socio–economico che stava attraversando il nostro Paese, afferrando l’opportunità di riplasmare progressivamente la propria attività, e trovando al contempo spazio per sviluppare nuove iniziative, votate all’eccellenza e fortemente radicate nella propria terra.
Protagonista di questa vicenda è la Famiglia Muratori, celebre famiglia di imprenditori capriolesi, titolare dagli anni cinquanta della Giemme Filati che – in un momento storico di forte mutamento – inizia a valutare l’opportunità di convertire l’azienda incentrata sulla filatura all’attività commerciale e, al contempo, di investire nel settore vitivinicolo, spingendosi così sino alle vicine colline franciacortine.
DAI FILATI ALLE BOLLICINE La ragione di questa scelta la spiega con chiarezza Michela Muratori – una Laurea in Lettere Straniere e un Master in Marketing – esponente della terza generazione della famiglia e responsabile della comunicazione di Villa Crespia: la tenuta vitivinicola inaugurata nel 1999 dai Fratelli Muratori. «Quando il nonno scelse di differenziare le attività, fece un investimento ambizioso, acquistando una proprietà di quarantacinque ettari di vigna, in ciascuna di quelle che sono le unità vocazionali della Franciacorta». Un paesaggio di pace e bellezza, caratterizzato da un mesoclima ideale (mediterraneo, sub alpino, mite e ventilato) e un terreno minerale che, nei secoli, ne ha connotato la vocazione alla spumantizzazione. «Il nonno e la nonna sono sempre stati fortemente attaccati al proprio territorio e desideravano investire e dare vita a un progetto che potesse essere sviluppato in Italia, senza il rischio di alcun condizionamento! Il vino ha rappresentato quel progetto e il vino Franciacorta in particolare, col suo territorio e il suo rigido disciplinare che ne impongono la realizzazione in un’area fortemente circoscritta».
SEI PAESAGGI PER SEI FRANCIACORTA Così, a pochi passi da Capriolo, la Famiglia Muratori ha costruito con passione ed entusiasmo una grande realtà nota come Tenuta Villa Crespia: un’azienda che si distende lungo un mosaico costituito da sei paesaggi distribuiti a macchia di leopardo su alcuni dei principali Comuni franciacortini, capaci di regalare variazioni geologiche e climatiche da cui attingere in maniera sartoriale. Nelle tenute di proprietà, i differenti tipi di microsuolo rappresentano un vero e proprio patrimonio di biodiversità, su cui si snoda un paesaggio modellato a vigna e su cui vengono coltivati con metodo biologico due dei tre vitigni imposti dal rigido disciplinare del Franciacorta DOCG: Chardonnay e Pinot Nero. Sei unità vocazionali, dunque, per sei Franciacorta capaci di raccontare sei paesaggi differenti. Paesaggi liquidi, come ribadisce fiera Michela Muratori che – accompagnandoci dapprima tra i filari della tenuta di Adro e poi nelle adiacenti cantine in cui si svolge tutto il processo di vinificazione – ci spiega come ciascuno dei sei Franciacorta di Villa Crespia sia testimone del paesaggio viticolo in cui attecchisce e poi vive: proprio come ad Adro, dove viene realizzato il Numerozero: il Dosaggio Zero capostipite delle sei cuvée dei Fratelli Muratori.
«DOSAGGIO ZERO», GRANDE ESPRESSIVITÀ Tutti i Franciacorta Villa Crespia sono accumunati da una grande bevibilità e finezza, pur mantenendo una piacevole struttura e complessità olfattiva e gustativa. Accanto al già citato Numerozero, abbiamo un altro Dosaggio Zero – il Cisiolo, i Brut Novalia e Miolo, il Satén Cesonato e l’Extra Brut Rosé Brolese. Inoltre, ai Cru principali si affiancano i più recenti Simbiotico, Francesco Iacono Riserva e il Millé: Franciacorta millesimato ottenuto con diverse uve della stessa vendemmia e affinato in acciaio per oltre 30 mesi. Come testimonia la splendida e modernissima cantina, ogni vino viene realizzato nel rispetto delle tradizioni e con uno sguardo proiettato al futuro: dai sistemi di coltivazione, alla vendemmia; dalla pressatura alla macerazione; dalla vinificazione, all’affinamento, sino a giungere alla sboccatura. Passaggi chiave capaci di creare cuvée sorprendenti e di grande espressione, confermando la professionalità della Famiglia Muratori di Capriolo. Ora, come allora.
Per gli amici “la Busky” è una delle firme di punta del magazine di cucina di Lorenzo Vinci (ex magazine de Il Giornale). Con il suo sito web MangiareDaDio.it è una delle food storyteller più seguite in Italia: nella sua carriera ha intervistato i più influenti e noti Chef italiani: da Gualtiero Marchesi ad Antonino Cannavacciuolo.