Che Soncino sia tra i borghi più belli d’Italia l’abbiamo già sottolineato in molteplici occasioni. Quel che non ci stancheremo mai di rimarcare è quanto questo Comune, collocato lungo la costa cremonese del fiume Oglio, sia spesso teatro di iniziative appassionanti, capaci di stupire e coinvolgere per entusiasmo, concretezza e visione di alcuni dei suoi rappresentanti.
Non è casuale che si sia utilizzato il termine coinvolgere, perché la storia che stiamo per conoscere parte proprio dal desiderio di alcuni individui straordinari di innescare un’esperienza di inclusione, solidarietà e cooperazione, promuovendo con successo un percorso di attenzione e assistenza nei confronti di ragazzi tra i quattordici e i diciotto anni, mediante la formazione e l’avviamento a un mestiere – quello della ristorazione.
L’ALBERGHIERO PER TUTTI Scenario di tale iniziativa, uno splendido chiostro appartenuto in passato a una congregazione di monache carmelitane, che dal 2016 rivive grazie alla cooperativa InChiostro: ideatrice – col sostegno della Regione Lombardia – di un ente formativo professionale alberghiero davvero speciale. Una scuola che, al classico percorso professionale, affianca una sezione dedicata a giovani con diverse tipologie di disabilità a cui – attraverso un insegnamento mirato, l’individuazione delle singole potenzialità e a un affiancamento costante – vengono trasmesse le conoscenze formative e gli strumenti necessari per sviluppare una progressiva autonomia, facilitandone il successivo inserimento in strutture lavorative ideali per ragazzi non più visti come portatori di difficoltà, ma come risorse per sé e per gli altri.
SO-STARE CON ME IN CUCINA Il progetto di inclusione, battezzato So-stare con me, trova la sua massima espressione all’interno del Ristorante Didattico: locale nato nel marzo del 2018 in cui i servizi di Sala e Cucina sono affidati ai giovani studenti. Diretti dai docenti dell’Istituto, i ragazzi accolgono gli ospiti del ristorante in un’esperienza davvero suggestiva. Infatti, il ristorante sorge proprio nella splendida cornice del chiostro ed è possibile pranzare (molto bene!) dal lunedì al venerdì all’interno di due luminose sale in cui si districano una quarantina di coperti. Su prenotazione è possibile organizzare eventi privati o aziendali, e appuntamenti anche nei fine settimana. Così, in cucina gli chef sono affiancati sia dagli studenti del corso di preparazione pasti, sia da quelli della sezione So-stare con me, a cui è affidato anche il servizio delle bevande in sala, pur sempre in affiancamento a compagni e docenti.
RADICE AMARA E TANTO ALTRO Il menù varia quotidianamente a seconda della stagionalità e della disponibilità di terra e mercato, a cui viene attribuito un ruolo primario: non è casuale che molti dei piatti vedano protagonisti ortaggi di stagione a chilometro zero e che le ricette della tradizione siano interpretate con attenzione e cura, al fine di elevare il proprio territorio anche attraverso i suoi sapori. Sapori cari al progetto di InChiostro, tanto quanto la storia della propria terra. A tale riguardo, vi è da sottolineare il grande impegno della cooperativa nella tutela e nella progressiva reintroduzione della caratteristica radice amara di Soncino (su cui si è fondata la comunità Slow Food lo scorso ottobre), intorno al cui gusto e particolarità gli chef formatori hanno sviluppato la ricetta del torrone dolceamaro, che è possibile acquistare proprio all’interno del ristorante.
Insomma, un progetto che merita di essere conosciuto (per info e approfondimenti: inchiostrosoncino.it) e che pare destinato a lasciare un segno tangibile e rilevante sul territorio. Un segno indelebile: indelebile come l’InChiostro.
Per gli amici “la Busky” è una delle firme di punta del magazine di cucina di Lorenzo Vinci (ex magazine de Il Giornale). Con il suo sito web MangiareDaDio.it è una delle food storyteller più seguite in Italia: nella sua carriera ha intervistato i più influenti e noti Chef italiani: da Gualtiero Marchesi ad Antonino Cannavacciuolo.