La terra e il mondo agricolo spesso ci insegnano quanto dietro a un’attività possa celarsi una bellissima storia. Una storia profonda, fatta di emozioni e buoni sentimenti. Una storia come quella dell’Azienda Agricola Emiliana Bertoli di via Cividate a Pontoglio.
NEL SEGNO DEL RICORDO L’azienda porta il nome di questa donna speciale che – nel 2010 – avverte l’esigenza di onorare il ricordo di Claudio, fratello maggiore scomparso nel 1994, a soli ventiquattro anni. Un ricordo che, secondo il cuore di Emiliana, merita di essere celebrato attraverso l’esaltazione della vita e della natura, spingendo questa donna a seguire una strada a lei ancora ignota, ma che nel profondo della sua anima sente essere quella giusta: quella dell’agricoltura.
«Non mi ero mai occupata di coltivazione, nonostante mio padre fosse nel settore da sempre; io però ero la femmina di casa, dunque da me ci si aspettava altro, ragione per cui nella prima parte della mia vita sono stata sarta. Eppure, nove anni fa, ho iniziato a pormi delle domande: Claudio, prima di lasciarci, aveva acquistato un ettaro di terra a cui, sino a quel momento, non eravamo stati in grado di attribuire uno scopo. Costruirci semplicemente un’abitazione ci sembrava riduttivo: desideravamo che quel pezzo di terra raccontasse della sua energia, della sua vitalità e della sua nobiltà d’animo. Sognavamo che si trasformasse nello strumento per conservarne per sempre la memoria».
FRUTTI PERDUTI E RITROVATI È così che Emiliana inizia la propria ricerca su come dare vita al suo progetto, che trova nella scelta del biologico e nella coltivazione dei piccoli frutti rossi la strada perseguibile: una strada non convenzionale e a tratti eccentrica ma che, in poco tempo, mostra di essere vincente e capace di adattarsi perfettamente al territorio dell’Oglio. Una bella scommessa, vinta da una donna cui – almeno inizialmente – pochi riponevano fiducia e che, focalizzandosi sulle colture più antiche e capaci di resistere nel tempo, trova la giusta formula non solo per far rivivere in maniera permanente il ricordo di Claudio, ma anche per dare forma a un progetto virtuoso sul proprio territorio, ora parte sia di Confagricoltura, sia dell’iniziativa di Cibo di Mezzo.
Oggi, l’Azienda Agricola Emiliana Bertoli coltiva numerose varietà di piccoli frutti rossi (lamponi, more, ribes, mirtilli, uva spina e giapponese e kiwi arguta), oltre ad alcune tipologie di alberi da frutta originari e purtroppo dimenticati nel tempo che, coraggiosamente, Emiliana ha scelto di reintrodurre all’interno del territorio dell’Oglio, ridando vita alla produzione di specie autoctone quali la mela cotogna, il fico della goccia, le pere martine e le prugne goccia d’oro. Frutti che, nel corso della stagione, vengono venduti direttamente al pubblico, o che Emiliana Bertoli trasforma nel suo piccolo laboratorio, producendo marmellate e confetture biologiche, secondo antica lavorazione.
DAL CAMPO ALLA TAVOLA Ma non è tutto. Da quattro anni, alla coltura della frutta si è aggiunta quella di alcune antiche varietà di grano quali San Pastore, Verna, Virgilio e Gentil Rosso – seminati in mix in campo – da cui si ottiene una farina di grani teneri integrale molita a pietra, che Emiliana utilizza per le sue crostate o per i biscotti, e con cui il Birrificio Curtense produce una birra particolarmente beverina. Prodotti che insieme a uova, farine e tanto altro, possono essere acquistati direttamente nella piccola bottega di Emiliana – dal produttore al consumatore. Una filiera cortissima che si apre al pubblico tutti i pomeriggi (escluso il lunedì) dalle 14.30 alle 18.30 attraverso la vendita della bottega e che continua a innescare iniziative volte alla reintroduzione di specie antiche e alla tutela della biodiversità. Insomma, un progetto speciale che – vi è da crederci – farebbe sorridere Claudio, ancora una volta!
Per gli amici “la Busky” è una delle firme di punta del magazine di cucina di Lorenzo Vinci (ex magazine de Il Giornale). Con il suo sito web MangiareDaDio.it è una delle food storyteller più seguite in Italia: nella sua carriera ha intervistato i più influenti e noti Chef italiani: da Gualtiero Marchesi ad Antonino Cannavacciuolo.