Il Centro Antiviolenza Rete di Daphne, con i suoi quattro sportelli di Palazzolo, Chiari, Iseo e Orzinuovi è da tempo in prima linea nel prevenire e combattere la violenza sulle donne. Solo nel 2018 ha gestito ben 51 casi: punta di un iceberg che dà l’idea di quanto il problema sia purtroppo radicato.
A fornirci una prima spiegazione circa il funzionamento di quello che nell’area è ormai a tutti gli effetti un riferimento è Maria Grazia Savardi, presidente dell’associazione omonima già accreditata da Regione Lombardia come Centro Antiviolenza e da essa finanziata. «Come realtà interveniamo prima di tutto nella fase dell’accoglienza, con una persona reperibile telefonicamente 24 ore su 24». Un punto, questo, che rimanda direttamente all’importanza di fare rete con e sul territorio: «È importante che le forze dell’ordine e i Pronto soccorso sappiano della nostra esistenza e ci contattino: per noi è fondamentale intervenire nel momento del trauma, altrimenti rischiamo di perdere d’efficacia».
Infatti, il problema delle attivazioni spontanee – cioè delle donne che chiedono aiuto in prima persona – è reale. Troppe hanno paura di denunciare. «I Comuni, comunque, sono attenti e sensibili al tema. Come dimostra la presenza del Comune di Palazzolo come capofila nel rapporto con Regione Lombardia».
Insomma, Rete di Daphne offre volontariato, accoglienza, ma non solo. «Dopo una prima fase di accoglienza, la donna che ha subito violenze viene seguita da un’equipe di professioniste, psicologhe, assistenti sociali – prosegue Maria Grazia –. Se necessario, anche avvocati che la seguono durante tutto il percorso».
Del resto, il concetto di cosa sia la violenza contro le donne viene troppo spesso circoscritto al solo ambito della violenza fisica, mentre – come racconta invece Michela Marini, rappresentante della sezione di Chiari del Centro Antiviolenza – bisogna porre l’accento anche su tutta una serie di altri soprusi. «La violenza psicologica o quella economica non sono ancora ben percepiti come i veri soprusi che sono, così come anche tutti quei casi in cui la donna è sottoposta a limitazioni dell’indipendenza. Per questo riteniamo fondamentale l’attività di sensibilizzazione nelle scuole, attraverso il tema dell’educazione e delle differenze di genere». Perché oltre a tutto ciò, c’è anche il problema della violenza assistita: ovvero, le brutalità a cui assistono i figli delle famiglie in cui c’è violenza sulle donne e che troppo spesso portano a sviluppare fragilità emotiva nelle ragazze e violenza nei ragazzi, inclini a essere a loro volta poi uomini violenti.
Tante, quindi, le iniziative che le diverse anime di Rete di Daphne mettono in atto per sensibilizzare un numero sempre maggiore di cittadini. Ed è importante ricordare che è sempre attivo il numero verde nazionale 1522: si può chiamare in qualsiasi momento per chiedere aiuto o per conoscere lo sportello più vicino a cui rivolgersi.