Lo scorso 29 maggio presso la Sala Civica del Comune di Palazzolo sull’Oglio, il professor Enrico Bertoli ha tenuto una conferenza per genitori ed insegnanti sull’alimentazione in età scolare al fine di imbastire un dialogo scientifico su ciò che dovrebbe arrivare nel piatto dei più piccoli. Palazzolese di nascita, docente di Biochimica medica presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ancona da oltre trent’anni e coordinatore scientifico della Fondazione Italiana di Dietetica e Nutrizione, il professor Bertoli ha accettato l’invito a conversare con noi sui temi dello stile alimentare salutare.
Durante la sua ultima lezione a Palazzolo si è discusso del connubio tra benessere e stile di vita. Può commentare meglio questo aspetto? In primis dobbiamo rilevare che l’aspirazione comune ad ogni essere vivente è lo stare bene, ovvero il creare una condizione di vita a favore di un benessere fisico e mentale. Questo felice approdo richiama il volersi bene, accettare e amare il proprio corpo, curarlo e sostenerlo attraverso il buon cibo e una discreta attività fisica.
In un mondo globalizzato, la società del benessere economico può costituire un limite e rendere fragile la realizzazione di questo obiettivo? La società di oggi è strutturata in modo tale che si mangia troppo e male e ci si muove poco. Ne consegue che dobbiamo migliorare il nostro stile di vita in quanto le scelte alimentari condizionano non solo il benessere fisico individuale, ma anche in modo consistente la salute dell’ambiente in cui viviamo.
Quando si parla di alimentazione corretta o di stile di vita, a quale modello scientifico ci si riferisce? In questo caso è impossibile non rifarsi al regime alimentare mediterraneo o Dieta Mediterranea: un esempio di dieta equilibrata e salutare caratterizzata da un basso impatto ambientale. Per tali motivi è stata riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio culturale salutistico dell’umanità.
Le informazioni che spesso riceviamo dai mezzi di comunicazione sono sempre corrette? Informazioni fuorvianti e poco educative vengono rilasciate spesso con il risultato di creare proibizioni, dipendenza e sensi di colpa non giustificabili in quanto senza fondamento scientifico. Un esempio di cattiva informazione riguarda il ruolo dei carboidrati: a lungo la pasta è stata accusata di fare ingrassare. Invece, al pari di alimenti a base di cereali, la pasta è ricca di carboidrati complessi come gli amidi (che sono digeriti più lentamente rispetto agli zuccheri semplici come il saccarosio o lo zucchero da cucina), con il vantaggio di rilasciare il glucosio nel sangue più lentamente dopo la digestione, consentendo così un efficace controllo della glicemia. Questo aspetto metabolico è importante per la prevenzione di malattie metaboliche quali obesità, diabete e malattie cardiovascolari.
Anche i grassi vengono spesso demonizzati. Sono invece nutrienti indispensabili al pari dei carboidrati e delle proteine. Infatti, non li possiamo bandire dalla nostra tavola perché senza di loro non possiamo rifornire il nostro organismo di vitamine essenziali. Diversamente si crea una condizione di malnutrizione. È importante privilegiare grassi di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale.
Un aspetto che sta emergendo nella nostra società riguarda l’ambiziosa rincorsa alla salute perfetta, quasi un’ossessione in un labirinto di divieti e norme non scientificamente provate. Spesso consideriamo il cibo come una medicina a cui chiediamo miracoli per allontanare l’idea della malattia: quasi una spinta inflessibile di una desiderabile immortalità. Si viene così a creare l’ossessione per una perfetta forma fisica e l’ossessione quasi maniacale per una alimentazione ritenuta sana, ma che a volte porta al rischio di cadere in uno stato di malnutrizione.
In sintesi, il cibo non soddisfa solo il bisogno primario della sopravvivenza? Il pensiero del cibo e il suo piacere sono connaturali all’uomo: negare questo piacere è contro natura. Il cibo inoltre è anche espressione culturale nel contesto aggregante della convivialità e consolida i legami sociali. In questo senso sta il fascino e la bellezza della Dieta Mediterranea e della qualità della vita.
Il Prof. Enrico Bertoli durante uno dei suoi viaggi di lavoro
LA DIETA MEDITERRANEA E I DONI DEL FIUME OGLIO Come riconosciuto dall’UNESCO, il modello alimentare della Dieta Mediterranea è condivisibile nel rispetto della biodiversità, contribuendo alla sicurezza alimentare ed a uno stile di vita salubre anche per le generazioni future. Ecco perché il professor Bertoli invita a riflettere sulle evidenze scientifiche che dimostrano gli effetti positivi della Dieta Mediterranea sia sulla longevità, sia sulle malattie cardiovascolari, su alcuni tumori e su malattie croniche come l’obesità e il diabete. Non solo. Il professore ci ricorda che la Dieta Mediterranea non è appannaggio solo delle aree marittime: «Il fiume Oglio rappresenta una preziosa risorsa ambientale su tre fronti fondamentali alla vita: il verde della sua valle, l’acqua ed i suoi gustosi prodotti ittici».
Infatti, tra i componenti della Dieta Mediterranea favorevoli al nostro benessere vi sono sempre frutta e vegetali come sorgente essenziale di vitamine, fitonutrienti e sali minerali; cereali e legumi per l’apporto di carboidrati, proteine e fibre; olio extra vergine di oliva fonte di grassi; proteine animali derivanti da pesce e poca carne. Questi alimenti sono rappresentati nella piramide alimentare che descrive in senso quantitativo e qualitativo gli alimenti da scegliere e consumare ogni giorno o durante la settimana.
Nata a Palazzolo, dopo la laurea in lingue e letterature straniere si trasferisce a Londra dove si dedica all’insegnamento. Lo studio delle scienze e della psicologia unitamente alla passione per la scrittura, il cinema e la musica riempiono le sue giornate spese tra l’Italia, il Regno Unito e gli USA.