«Per me ogni volta vedere un mio film al cinema è un’emozione incredibile». Attacca così Gabriel Bagnaschi, classe ’91, regista e scrittore di videoclip, cortometraggi e documentari per il web, nonché vincitore dell’ultimo Corto Lovere, del Da Bounce Urban Film Festival e del Miami Indipendent Festival con Nowhere Yet.
Nato a Sarnico, dall’ottobre dello scorso anno vive a Oslo. Il film con cui ha ottenuto i riconoscimenti è stato tuttavia girato a Edimburgo – nei luoghi del celebre film Trainspotting – e racconta le vicende di un gruppo di ragazzi appartenenti a una crew di break dancers in lotta contro la gang del posto. Un tema in parte autobiografico, come spiega lo stesso regista: «Gli attori erano tutti ragazzi non professionisti del posto: il film è un mix fra quel periodo della mia vita e i loro racconti».
Terminato il Liceo Classico, Gabriel ha subito capito di voler studiare cinema e per coltivare il suo sogno si è iscritto alla Scuola di Cinema Luchino Visconti a Milano; conseguito il diploma, da lì a frequentare il set come assistente alla regia il passo è stato breve. Da qui, poi, il primo spostamento per frequentare la Screen Academy Scotland. «Sono circa cinque anni che spendo la maggior parte del tempo via dall’Italia e principalmente mi sono sempre mosso per lavoro, spostandomi di volta in volta dove si creavano nuove opportunità: purtroppo non c’è stato modo di fare il lavoro che voglio dove sono nato, senza contare che già di per sé è una carriera instabile in un mondo nel quale è molto difficile lavorare in maniera continuativa».
Un trasferimento nato quindi per necessità; normale dunque chiedersi come abbia vissuto gli spostamenti: «Dal punto di vista lavorativo, nel Nord Europa il mio ambito mi pare molto più strutturato, con un’attenzione particolare alle piattaforme per i nuovi talenti. Quello delle arti è un settore elitario, ma qui sto avendo modo di creare un percorso. Sotto il profilo umano, invece, trovo molto interessante il vedere come ogni posto abbia le sue regole non scritte sui modi di dire, fare e comportarsi: in particolare, mi affascina capire quali sono i lati del mio carattere che in qualche modo derivano dal mio essere italiano».
Al Mammoth Lakes Film Festival in California
Una vita all’estero dovuta quindi ad una passione che lo stesso regista sarnicense – ora alle prese con lo sviluppo del suo primo lungometraggio – definisce «esagerata», ma comunque non priva di difficoltà. «Sento spesso dire che chi lascia l’Italia lo fa per scelte di comodo, ma in realtà ti trovi a lasciare le persone con cui sei cresciuto, ritrovandoti a ricominciare da capo su tantissimi fronti». E lo sguardo al futuro? «Spero solo di poter continuare a fare film, visto che riuscirci ogni volta è un piccolo miracolo. Fare un film nel mio Paese forse è il mio vero, grande sogno».
Laureato in Economia Aziendale all’Università di Bergamo, scrive per passione e collabora con alcune riviste della provincia di Bergamo. Appassionato di sport e storie strane, con il collettivo di scrittori Gli Imbrattatori ha scritto la raccolta di racconti Lo Scirocco Dura Solo Tre Giorni.