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Diego Agosti: il campione di pallamano torna in campo

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«Ho iniziato a giocare a pallamano in terza elementare, a scuola: è arrivato un insegnante esterno, che ha insistito sugli sport un po’ diversi da quelli ordinari. Ho iniziato che avevo 9 anni ed ho visto che ero portato: mi piaceva sia distinguermi dagli altri, sia il contatto fisico simile a quello del rugby. Adesso ne ho 22 e torno a giocare». Una scelta, quella della pallamano, già all’inizio non convenzionale «in un Paese dove sembra che interessi solo il calcio. Ricordo ancora che quella che ora è la mia ragazza mi chiese se la pallamano si giocava in acqua!».

Diego Agosti – che nella vita è un Social Media e Web Manager di Paratico – spiega così la nascita della sua passione sportiva e il suo rientro sul parquet con l’ASD Pallamano Palazzolo dopo tre anni di stop. «Sono rimasto fermo perché ai tempi in cui giocavo in Serie A con il Cologne l’impegno era diventato simile ad un lavoro: mi allenavo quattro volte a settimana, con un giorno di palestra e la partita. Non era più il divertimento che era stato fino a poco tempo prima». Votato per tre volte miglior ala sinistra d’Italia, Diego ha fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili, con le quali ha viaggiato molto: dalla Francia alla Bielorussia fino all’Egitto. Anche per questo, i bei ricordi sono tanti, al punto che per lui è davvero difficile sceglierne uno: «Penso al ritiro in Israele con la nazionale Under 18: mi hanno nominato capitano e ho avuto l’onore di giocare con la fascia al braccio. O la prima convocazione con la nazionale Senior: mi sono trovato ad allenarmi con gente a cui fino a pochi giorni prima avrei chiesto un autografo».

E se Diego ha indossato la maglia azzurra, certo non dimentica il passato da giocatore del Cologne, la Società che lo ha lanciato. «Dovessi proprio scegliere il momento più bello sceglierei la vittoria dei Campionati italiani Under 14 del 2010, proprio con la squadra della Franciacorta: a casa ho alcuni video, se li guardo mi commuovo».

Il passato, però, a volte ritorna e per l’ala sinistra tornare in campo ha significato sfidare proprio la sua precedente Società, senza riuscire ad imporsi e fallendo l’aggancio in classifica; necessario, quindi, tornare con ancora più vigore a tuffarsi nel progetto palazzolese. «Siamo una società giovane, al primo anno in Serie B: la rosa praticamente è quella della precedente Under 19. Ci tenevamo molto a battere il Cologne, che nel nostro sport è un riferimento, ma proveremo comunque a dimostrare che siamo validi. E c’è sempre la partita del ritorno».

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E dopo l’analisi del presente è d’obbligo spendere qualche secondo per guardare al futuro, visto che in squadra per tutti lui è ormai un riferimento. «Ogni tanto il mister mi prende da parte e io cerco di dare suggerimenti utili ai ragazzi più giovani». Il preambolo per una prospettiva da allenatore? «Sì, mi ci vedo nel ruolo. Ho già guidato i ragazzi dell’Under 15 e 17 ad un torneo a Gallarate ed è andata bene, ho visto che mi seguivano. Però la formazione richiede tempo ed è costosa, per cui la carriera da tecnico può aspettare». E nel frattempo, resta da rimettersi la maglia e tornare a giocare, come una volta.

Laureato in Economia Aziendale all’Università di Bergamo, scrive per passione e collabora con alcune riviste della provincia di Bergamo. Appassionato di sport e storie strane, con il collettivo di scrittori Gli Imbrattatori ha scritto la raccolta di racconti Lo Scirocco Dura Solo Tre Giorni.

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