«Quando un amico ci ha prospettato la possibilità di fare un’esperienza all’estero, la nostra attività andava a gonfie vele. Tuttavia abbiamo subito pensato che un’opportunità del genere non potesse far altro che arricchire il nostro bagaglio e quello di nostro figlio, che ora ha cinque anni: così abbiamo avviato le pratiche per chiudere il locale, abbiamo venduto il vendibile, fatto le valigie e siamo partiti».
Inizia così il racconto di Simone Zanotti, trentasettenne di Paratico che già dal 2012 gestiva un bar pizzeria in centro paese assieme alla moglie, con alle spalle un ulteriore passato lavorativo speso proprio nel campo della ristorazione.
Ora, da più di un anno, tutta la famiglia vive a Naples, contea di Collier, nel sud-ovest della Florida: uno di quei luoghi da film, sul Golfo del Messico, in cui l’inverno ha temperature molto meno rigide e dove Simone e la sua famiglia si occupano di import/export dei vini della terra madre, la Franciacorta. «All’inizio ci siamo organizzati per rimanere in città due mesi, giusto per capire cosa aspettarsi esattamente e se il trasferimento fosse realmente fattibile: ora sono davvero convinto che sia stata la scelta giusta. Ogni giorno conosciamo gente nuova e capiamo un po’ meglio come funziona questo incredibile ed immenso Paese».
Simone (primo da sinistra) insieme agli amici e alle celebri bollicine nostrane
Un bilancio positivo, nonostante le iniziali difficoltà burocratiche, relative anche alla particolare tipologia di business: «Ottenere il visto per poter vivere qui non è stato semplicissimo. A livello lavorativo, invece, lo scoglio principale è rappresentato dalla grande concorrenza: qui i nostri vini sono molto apprezzati, come del resto tutti i prodotti del Made in Italy, ma ancora non molto conosciuti. Bisogna capire che ci troviamo in uno stato con un mercato enorme, dove potenzialmente arrivano vini che provengono da tutto il mondo».
Del resto, gli Stati Uniti sono un Paese dal bacino immenso – come le occasioni che offre – e con notevoli differenze rispetto all’Italia. «Credo che questa sia davvero la terra delle opportunità: qui in brevissimo tempo puoi aprire una nuova attività senza essere sommerso dalla burocrazia», sospira Simone. «Inoltre, a mio avviso, è anche l’approccio agli orari lavorativi che è migliore rispetto a noi: qui in Florida si lavora senza problemi anche 10 o 12 ore al giorno, ma con ritmi totalmente differenti da quelli cui ero abituato in Italia».
Almeno per il momento, quindi, nessuna idea circa un possibile rientro in patria? «Lasciare parenti e amici con i quali sei cresciuto non è stato facile, ma le video chiamate e la tecnologia a disposizione colmano un po’ la distanza. Non so dire se vivremo qui per sempre, ma al momento va bene stare qua: anche da fuori le cose in Italia non sembrano andare benissimo, né poter migliorare a breve termine purtroppo. E qui il clima ti dà la sensazione di essere sempre in vacanza».
Laureato in Economia Aziendale all’Università di Bergamo, scrive per passione e collabora con alcune riviste della provincia di Bergamo. Appassionato di sport e storie strane, con il collettivo di scrittori Gli Imbrattatori ha scritto la raccolta di racconti Lo Scirocco Dura Solo Tre Giorni.