La sera del 28 aprile 2017 Ask the StoryBots – un format televisivo per bambini distribuito da Netflix negli Stati Uniti, in cui cinque simpatici robot rispondono alle più svariate domande, da come volano gli aerei al perché si devono lavare i denti – vince a Los Angeles il prestigiosissimo Emmy Award come Miglior prodotto interattivo per la tv. Ritira il premio il palazzolese Mauro Gatti.
Qual è stata la meravigliosa storia che lo ha portato fin lì?

Mauro Gatti e l’Emmy che ha ritirato a Los Angeles
MAURO GATTI: LA SUA STORIA DAGLI INIZI ALL’EMMY AWARD
Nato a Palazzolo sull’Oglio, dopo il liceo scientifico Mauro ha scelto di entrare nel mondo del lavoro partendo dal noto Studio Carraro, stanziato proprio nella sua città natale. «Producevamo CD-ROM e lavoravamo già a livello internazionale. All’epoca, ricordo, disegnavo ancora su carta: in seguito imparai ad usare il computer come strumento per perseguire la mia passione di illustratore».
Poi arrivò internet: lento, con modem oggi anacronistici che si collegavano alla linea telefonica con quel caratteristico jingle ben noto a chi non è un Millennial. Mauro, a differenza di tanti, ne capì la magnitudo e cominciò a cavalcare l’onda. «Una delle mie fortune è stata la capacità di riuscire ad anticipare i tempi, unitamente al respiro più ampio dei miei progetti che, pur nascendo in una realtà locale, incontravano le richieste provenienti dall’estero. Capii che il digitale era il futuro e cominciai a lavorare in modalità freelance come web designer di siti internet».
Così è nata Mutado, la sua società con base a Milano, che investì risorse e cervelli nello sviluppo delle applicazioni per telefonia mobile. «Quando Apple presentò il suo primo Iphone, noi eravamo già pronti: diventammo un’agenzia che lavorava ad applicazioni per cellulari. Arrivammo persino alla Disney con una app per la lettura di fumetti su telefono mobile». E quando i tempi diventarono maturi, i soci di Mutado decisero di vendere valutando le proposte di ben tre acquirenti: tra cui la divisione italiana di Edelman, l’agenzia di comunicazioni dublinese. «Alla fine la spuntò De Agostini con un progetto di istruzione digitale».
NEL 2014 ATTRAVERSA L’OCEANO PER STABILIRSI NEGLI STATI UNITI
Insomma, una storia di intuizione, talento e successo fin dagli albori, ma ancora con tanto da scoprire. Infatti, nel 2014 per Mauro arriva la decisione (condivisa in famiglia) di attraversare l’Atlantico, sorvolare gli Stati Uniti da parte a parte e stabilirsi a Los Angeles. «La California era ed è la culla del digitale. I fondatori di JibJab Bros. Studios (società di intrattenimento digitale conosciuta inizialmente per i video di satira politica e sociale, poi colosso delle e-cards personalizzate, Ndr), ovvero Evan e Gregg Spiridellis, oggi tra i miei più cari amici, avevano un progetto educational al quale mi dedicai. Era Ask the StoryBots: proprio il lavoro che l’anno scorso ha ricevuto un riconoscimento così importante come l’Emmy». Diventato vice presidente della divisione creativa (da poco venduta a terzi), Mauro fa parte oggi del nuovo consiglio di amministrazione e segue un progetto di espansione in Asia.
Ha da poco compiuto quarant’anni, ovvero per lo standard italiano è giovanissimo, ma le sue molteplici esperienze gli hanno regalato la possibilità di far crescere altri collaboratori che lo considerano un mentore. «In Mutado ho selezionato e guidato persone volenterose e desiderose di entrare nel mio settore, entusiaste di lavorare in team. I sacrifici dei primi anni e il duro lavoro sono stati ripagati anche dalle collaborazioni e dai rapporti lavorativi che abbiamo costruito».
Oggi come ieri, il lavoro lo assorbe per molte ore, ma la passione per l’illustrazione non è mai stata accantonata. Viaggia in parallelo, si intreccia al suo quotidiano e si esprime in numerose collaborazioni come quella con Mojimade – che esplora il mezzo comunicativo degli emoji – e soprattutto in produzioni proprie come i due libri illustrati già in commercio ed il terzo in uscita nel 2019. «Si tratta di una serie di illustrazioni che in italiano avevo intitolato Frutta e Fauna. Ho giocato con i nomi in inglese del mondo vegetale per passare un messaggio di salute alimentare ai più piccoli».
Infatti, il tema dell’approccio etico e salutare al cibo è molto caro a Mauro Gatti, che già nel primo libro intitolato Hugo makes a change (ovvero, Ugo fa un cambiamento) proponeva un cambiamento consapevole da una dieta esclusivamente a base di carne rossa a scelte più orientate ai prodotti vegetali (di cui la California è tra l’altro molto ricca), attraverso la storia illustrata di Hugo il vampiro. Mentre in Ping vs Pong, suo secondo libro, i due fagiolini di soia protagonisti del racconto vivono di sport per vincere i campionati mondiali di tennis da tavolo. Nel rispetto delle tipiche caratteristiche della letteratura per bambini e adolescenti, i termini della dicotomia istruzione-intrattenimento si fondono passando un messaggio educativo, al contempo divertente e accattivante agli occhi dei giovani lettori.
Questo slideshow richiede JavaScript.
Insomma, una vita e una carriera ricchissime. Ma non è finita qui. Come spesso accade a chi lascia la provincia italiana per abbracciare diverse opportunità offerte all’estero, Mauro Gatti non si sente ancorato alla realtà californiana ed esprime un positivo spirito di apertura e accoglienza verso ciò che il futuro gli riserverà negli Stati Uniti o altrove. «La California offre tante opportunità a chi ama il mio lavoro, ma il mio bisogno di nuovi stimoli potrebbe portarmi in altri luoghi. Non ho piani a lunga scadenza. Solitamente lavoro su progetti che mi impegnano per un anno e mezzo, due. Poi si vedrà». Uno status mentale che rivela una personalità ben delineata dai propri obiettivi e capacità, unitamente all’umiltà e alla genuinità di chi non si lascia troppo prendere la mano dalla famosa Los Angeles e dai suoi stili di vita da celebrità.
Insomma, Mauro è il ragazzo di sempre, che dopo aver capito la potenza dei social media ne ha anche compreso il declino e la possibile degenerazione nel megafono costantemente acceso per chiunque voglia urlarci dentro: così ha deciso di fare un passo indietro. «Utilizzo questi mezzi per promuovere lavori miei o dare visibilità a progetti di altri, mentre la vita privata oggi rimane tale: niente foto o post che indichino dove sono, cosa faccio, cosa ho mangiato per cena».
E l’Italia? Oggi sembra lontana, soprattutto se non si ama volare e se la propria famiglia annovera tre splendidi cani bisognosi di cure costanti; tuttavia è anche vicina, grazie proprio alla tecnologia che permette di mantenere i contatti con Palazzolo: città orgogliosa della creatività e dello spirito imprenditoriale di Mauro Gatti. E chissà, un giorno magari la statuetta del prestigioso Emmy verrà custodita proprio dalle nostre parti.