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Dai Territori

Il Lilly Bar di Palazzolo diventa Negozio Storico Lombardo: il caffè dal 1915

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Dal 1915 situato nel cuore di Palazzolo, ora il Lilly Bar è stato insignito del titolo di Negozio Storico Lombardo. Un bellissimo riconoscimento per un’attività che, più che un semplice locale, è una grande famiglia, guidata da una donna: Lilly. Proprio lei ha dato il suo nome al bar e ha da pochissimo ricevuto dalla Regione questo importante premio. «Siamo contenti e orgogliosi di aver ottenuto questo riconoscimento – ci ha raccontato Lilly, al secolo Liliana Loda, che abbiamo incontrato nel suo locale in piazza Roma – Ci ripaga anche del tanto lavoro e tempo passato in questo posto, che è diventato casa nostra e quella dei nostri clienti».

Proprio la componente femminile – il vero filo rosso della storia di questo bar – è sempre stata la costante fin dalla prima gestione. A ricordarlo è proprio Lilly e si torna ai tempi di Giulia Pagani, la prima donna al comando quando il locale si chiamava Bar della Vedova. «Il marito della Pagani, Corridori, era stato chiamato alla leva militare e non era più tornato, ecco il perché di questo nome – ha raccontato Lilly -. Erano i tempi in cui i palazzolesi venivano qui a sentire Radio Londra, proibita dal fascismo, per seguire i militari al fronte, rischiando la vita». Infatti questo è stato a tutti gli effetti uno dei primi bar di Palazzolo: nato ai tempi della Grande Guerra e ufficializzato nel 1924 (come riportato anche nel riconoscimento appena ottenuto). Ha visto passare entrambe le guerre, ma anche le prime avanguardie tecnologiche: uno dei primi televisori è diventato protagonista e motivo di incontro per la comunità. «Qui si vedevano le prime Canzonissima, quando la piazza era il centro della vita palazzolese». Erano i tempi della seconda donna al comando, Pasqua Corioni.

Come ogni bar – e maggior ragione, uno con una vita così lunga – molte sono le storie che si sono svolte tra i suoi tavoli. Tra le tante curiosità viste da dietro il bancone del Lilly Bar c’è anche quello sul ritrovo dei mediatori commerciali, che del locale avevano fatto simpaticamente una sorta di ufficio: «Venivano qui per gli scambi commerciali quando il mercato era in piazza, ma questa tradizione è rimasta anche ora. Tutti i mercoledì si trovano per bere il caffè, anche se ormai sono solo una quindicina: gli ultimi esponenti di questo lavoro che sta sparendo – spiega sempre Lilly – A volte tutto ciò fa venire malinconia e rimpiangere i tempi di una volta: tra queste persone contano ancora la lealtà e la stretta di mano».

E se in giro per il mondo nascono i bar dei gatti – ovvero locali dove si possono accarezzare mici, mentre si sorseggia il caffè – il Lilly Bar non è da meno: infatti, il bar è il regno di Gigi, ormai vera e propria super mascotte a quattro zampe. «Mi offendo tantissimo quando mi dicono che è ciccione! – ha confessato Lilly, scherzando -. Anche lui ha scelto noi, undici anni fa: una sera di luglio, inseguendo dei miei clienti con un cane, è arrivato qui. Loro non potevano tenerlo, così lui, come i nostri clienti, si è affezionato a noi e viceversa».
Insomma, una dimensione pubblica, ma allo stesso tempo domestica. Un calore familiare che si respira anche osservando il rapporto con i clienti – che sono sia giovanissimi, sia anziani – oltre al fatto di essere un punto di riferimento da tanti anni. «Mi è sempre piaciuto questo lavoro, il contatto con le persone – ha continuato la barista -. Noi abbiamo aperto il 10 gennaio 1987: abbiamo scelto questo locale anche perché il piano superiore è diventato la nostra casa, perciò ho potuto seguire la mia famiglia lavorando. I miei figli sono cresciuti qui».  

Nata a Brescia nel 1986, cresciuta a Villachiara, con la consapevolezza di aver sbagliato decade ed essersi persa i Pink Floyd a Venezia. Diplomata in un istituto turistico, ora vive a Sarnico.
Scrive da sempre, spesso di arte e amici artisti. Ha collaborato per anni con un giornale locale bresciano.

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