I segni tangibili che Bartolomeo Colleoni ha lasciato sul territorio comunale tra il 1460 e il 1475, periodo durante il quale Palosco era a tutti gli effetti un feudo colleonesco: vestigia dei tempi antichi in cui al grido di «Coglia! Coglia!» il famoso condottiero esercitava il suo potere anche nella bergamasca.
È stato questo il filo rosso della terza conferenza del Progetto Coglia (venerdì 23 ottobre) che nella sala conferenze del Comune di Palosco si proponeva di far rivivere la memoria del Colleoni, grazie anche alla mostra nei locali del Municipio: una memoria affievolita nel tempo, ma oggi pronta a sbocciare di nuovo. Alla serata sono intervenuti il sindaco e l’assessore alla Cultura del Comune di Palosco, rispettivamente Mario Mazza e Franco Guerini, il presidente del Progetto Coglia e sindaco di Cavernago Giuseppe Togni e il direttore del progetto, lo storico Gabriele Medolago.
IL PROGETTO COGLIA
«Il Progetto Coglia nasce circa tre anni fa allo scopo di studiare e valorizzare la figura di Bartolomeo Colleoni e tutti i luoghi che in qualche modo sono entrati in contatto con la figura del valoroso condottiero», ha spiegato il presidente Giuseppe Togni. Attivato nel febbraio 2018, il progetto è promosso dalla Pro Loco Due Castelli Cavernago Malpaga e dal Comune di Cavernago e gode dell’adesione di tantissimi enti, come la Provincia di Bergamo e vari Comuni, associazioni e istituti della bergamasca. Tra i principali obiettivi di Coglia ci sono anche la divulgazione delle conoscenze acquisite, lo stimolare la consapevolezza delle comunità locali, generare contatti fra i vari luoghi colleoneschi e lo sviluppo turistico, economico e occupazionale dei territori. «Dietro a questo macroprogetto, che è come un mosaico formato da tante piccole tessere, c’è tanto lavoro e tanta passione – ha ricordato il primo cittadino di Cavernago – “Coglia! Coglia!” era ciò che gridavano le truppe colleonesche quando partivano in battaglia. I sindaci che hanno deciso di far parte di questo grande progetto vogliono utilizzare lo stesso grido di battaglia per attirare l’attenzione sui loro territori attraverso iniziative su vari livelli».
L’ultima di queste iniziative di stampo più commerciale-gastronomico è quella di ideare il Dolce del Colleoni: un singolare quanto originale invito rivolto a tutte le pasticcerie e cioccolaterie d’italia.
BARTOLOMEO COLLEONI
Il Colleoni è uno dei principali personaggi storici della storia bergamasca ed italiana a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, anche se non adeguatamente nota e studiata nel nostro Paese. Infatti, paradossalmente la figura del Colleoni è molto più conosciuta e valorizzata in Germania che in Italia, con numerose pubblicazioni. Nato a Solza, piccolo Comune dell’Isola bergamasca, tra il 1392 e il 1395, Bartolomeo Colleoni morì nel castello di Malpaga nel 1475 e venne poi sepolto in un sarcofago in marmo all’interno della sontuosa Cappella da lui fatta costruire in Città Alta a Bergamo. La famiglia dei Martinengo Colleoni, discendenti di sua figlia legittima Ursina Colleoni e del condottiere Gherardo Martinengo, ha avuto importanti ruoli militari, politici, amministrativi e culturali nel territorio della Valle dell’Oglio e della provincia di Brescia.
«Fu uno dei maggiori condottieri del Rinascimento italiano, innovatore della tecnica militare, fondatore di numerose chiese e conventi, benefattore e mecenate di artisti e letterati» ha spiegato lo storico Gabriele Medolago.
IL FEUDO DI PALOSCO
Il territorio del Comune di Palosco fu acquisito dal Colleoni nell’ambito della formazione di un corpo di beni patrimoniali e feudali che comprese anche gli altri Comuni della pianura orientale bergamasca, tra cui Romano di Lombardia, Martinengo, Ghisalba, Malpaga, Cavernago, Mornico, Urgnano e Cologno al Serio. «Nel 1460 il Colleoni acquistò dal prevosto di Ghisalba la tenuta delle Torre delle Passere di Palosco con l’intenzione di destinarla ad un Ospitale, luogo di accoglienza e di cura che intendeva formare a Martinengo – precisa Medolago -. Nei suoi feudi il Coglia aveva giurisdizione civile e criminale, che solitamente esercitava per mezzo di un podestà da lui nominato». Nel 1473 per irrigare meglio le sue terre il Colleoni fece anche realizzare una nuova roggia detta Colleonesca ed un nuovo canale derivato a Villa di Serio con diramazioni anche sul territorio paloschese.
Dopo la morte del Colleoni nel 1475, Palosco – il cui nome è anche scritto nel testamento ufficiale del grande condottiero – torna sotto il diretto dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, di cui Bartolomeo era Capitano generale dell’esercito fin dal 1455. Lo stesso stemma comunale di Palosco, già descritto nel 1892, presenta fra l’altro la fascia con tre «cuori rovesciati» – i cosiddetti coglioni colleoneschi (termine che faceva riferimento alla sua casata e che lui stesso citava con orgoglio, da cui anche il grido di battaglia Coglia!, Ndr) – di colore argenteo su di una fascia ricurva rossa: a riprova del profondo legame tra il condottiero e Palosco stesso.
I LUOGHI COLLEONESCHI
Fra gli altri beni posseduti dal Colleoni a Palosco vi erano quelli in località Piantata, a sud del centro abitato. Tali beni erano costituiti da un ampio podere, che passò poi al Luogo Pio della Pietà, fondato dal condottiero nel 1466 e ancor oggi esistente. Nelle vicinanze si trova anche il Ponte del Capitano che, a quanto pare, venne fatto costruire da Bartolomeo Colleoni in modo che l’importante strada che collega Martinengo, Pontoglio e Brescia potesse scavalcare facilmente la roggia Sale. Mentre la contrada di Torre delle Passere sorge ad ovest di Palosco, verso il territorio di Martinengo: qui è visibile la torre angolare, frutto di vari interventi di ristrutturazione, che risale forse al XIII o più probabilmente al XIV secolo.
Tuttavia, uno dei segni colleoneschi più facilmente visibili ai giorni nostri è situato lungo muro a sud del complesso della Torre, in fregio alla strada, dove si trova infatti una pietra calcarea bianca con in bella mostra uno degli stemmi del Colleoni. «Tale stemma, raffigurante due teste di leone con una banda trasversale, fu concessogli dalla Regina Giovanna II di Napoli, con cui aveva una strettissimo rapporto, come premio per le sue imprese militari e non solo» precisa lo storico Gabriele Medolago. Il direttore del Progetto Coglia ha poi evidenziato come un pietra del tutto simile a questa si trovi sull’ex mulino ad ovest della rocca di Malpaga.
Nel 1469 il complesso venne detto «del Colleoni o del consorzio dell’ospitale di Martinengo» e in quel periodo è pure documentata un’osteria, che resistette poi per svariati secoli. Con il testamento del 27 ottobre del 1475 la proprietà di Mornico e di Torre delle Passere, insieme ad altri beni, passarono in mano ad Abbondio Longhi, segretario del grande condottiero.
Insomma, una storia straordinaria, di cui il territorio di Palosco mostra ancora orgogliosamente i segni e le testimonianze: un passato lontano, ma allo stesso tempo vicinissimo, che il Progetto Coglia permetterà di riscoprire in tutta la sua magnificenza.