Animale simbolo di fedeltà e miglior amico dell’uomo da tempo immemore: così dice la tradizione. Eppure la convivenza non è sempre facile. Se è vero che non esistono cattivi cani, ma cattivi padroni, è anche vero che molti non hanno gli strumenti adatti per costruire un solido legame, nonostante le buone intenzioni.
Ecco perché la missione dell’associazione sportiva dilettantistica 6 Zampe è quella di fornire questi strumenti. Non a caso lo slogan dell’associazione recita: «Un solo animale a 6 zampe! E non è ovviamente un riferimento a un ambizioso progetto di manipolazione genetica da scienziati pazzi, ma dello scopo dell’educazione cinofila che punta a costruire una relazione di fiducia reciproca tra uomo e cane, tanto da fondersi in un’unica entità, appunto a sei zampe.
Alla base di questa scuola – fondata nel 2013 e che oggi conta 300 associati – c’è stata la volontà dei coniugi Luca Marchetti e Marcella Pezzarossa. «Lavoricchiando qua e là – ha spiegato lei – avevamo notato dei buoni riscontri, che ci hanno spinto a creare un ente». E al di là di una generica passione per i cani, c’è un motivo più profondo e personale che ha spronato questa coppia a diventare educatori: Pistilla. «Una cagnolina che avevamo adottato, ma che aveva gravi problemi comportamentali. Allora eravamo inesperti e nessun istruttore sapeva come risolvere la situazione». Quand’ecco la provvidenziale scoperta di un libro innovativo e affascinante, frutto dell’istruttore Angelo Vaira, sul cosiddetto approccio CZ (cognitivo-zooantropologico). È stata la scintilla iniziale per intraprendere gli studi nel settore educativo cinofilo.
Infatti, tra le attività di 6 Zampe, il recupero comportamentale occupa un posto di rilievo. Si tratta cioè di intervenire sull’aggressività, o su fobie che in qualche modo bloccano il cane. Ci sono sia percorsi individuali, sia di gruppo, al fine di favorire la socializzazione. «Abbiamo una sezione puppy, cioè per cuccioli dai 3 ai 6 mesi, e una junior, dai 6 mesi ai 2 anni: il periodo dell’adolescenza».
Del resto, Luca e Marcella non sono soli in questa avventura. Gli altri collaboratori sono Marco Lancini, operatore cuccioli e puppy class; Silvia Pasi, responsabile di attività ludico-sportive come ricerca olfattiva, passeggiate e socializzazioni; Marco Gritti, che si occupa soprattutto di mobility e pet therapy. Proprio quest’ultima è particolarmente affascinante. Infatti, uno dei benefici della relazione col cane è l’aumento della dimensione esplorativa anche nell’uomo. Non a caso, nelle persone più fragili – che soffrono la permanenza in strutture di cura e di isolamento – la pet therapy può essere utile come stimolo verso l’esterno, sia per quanto riguarda gli spazi, sia per conoscere nuove persone. Non solo. Per altri ancora l’animale può rappresentare un porto sicuro, una figura di riferimento capace di accogliere e proteggere. E tutto ciò ha inevitabili effetti sul comportamento sociale dell’individuo, sulla capacità di affrontare nuove esperienze: in altre parole, si offre una via d’uscita dal proprio guscio.
Eppure, troppo spesso i cani si ritrovano al centro della scena mediatica per colpa di individui desiderosi di sbarazzarsene – perché potrebbero intralciare i piani per le vacanze – o che li maltrattano. «Nelle nostre zone – ha proseguito Marcella – bisogna stare attenti a forme di maltrattamento più subdole e diffuse. Cani che vengono vestiti, trasportati nelle borsette, che non passeggiano, isolati in giardino o su un balcone, o magari asserragliati e poi liberati solo per la caccia. Tutte queste cose purtroppo sono dannose, perché impediscono il loro programma di comportamento naturale ». Per saperme di più www.6zampe.org.