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Cultura e Spettacoli

La Microeditoria conquista Villa Mazzotti con una rassegna che «inventa il futuro»

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Lo scorso novembre – come ormai da ben sedici anni – gli eventi della Rassegna della MicroEditoria, svoltasi nella suggestiva cornice di Villa Mazzotti a Chiari, hanno attirato un cospicuo numero di visitatori, nonostante la pioggia della serata inaugurale.

Grazie alla MicroEditoria, Chiari è diventata per tre giorni  «una piazza di cultura», come ha rimarcato il sindaco clarense Massimo Vizzardi, riconoscendo l’enorme lavoro degli organizzatori Daniela Mena e Paolo Festa, i quali hanno imbastito una ricca manifestazione che tra espositori, conferenze, workshop ed eventi collaterali sparsi in città ha coinvolto anche i più piccoli.

Inventare il futuro è stato il titolo scelto per l’edizione 2018, in cui ci si è interrogati su cosa ne sarà dell’editoria tradizionale cartacea al tempo dei supporti per lettura digitale. Luca Sofri, blogger e direttore de Il Post (nota testata giornalistica online) ha offerto la sua visione nell’incontro sotto il tendone del parco della Villa: «La rete permette di diffondere il falso, ma anche di smascherarlo velocemente». E a chi lo ha incalzato rispetto alle semplificazioni delle notizie diffuse online, la risposta è stata pacata ed estremamente lucida: «L’informazione in Italia non è mai stata basata sull’accuratezza, perché nessuna testata ne ha costruito la cultura».

Tra i numerosi ospiti di punta, ha spiccato Bianca Pitzorno, scrittrice per bambini e adulti, la quale ha aperto le danze presentando il suo “condensato di sartinità” – ovvero il suo ultimo sforzo intitolato Il Sogno della Macchina da cucire – davanti ad un vasto pubblico la cui età media si avvicinava alle temperature estive grazie alla presenza di numerosi ex bambini e ex bambine, desiderosi di farsi autografare il libro della propria infanzia. Il romanzo, edito da Bompiani, ha poco a che vedere con la moda e l’alta sartoria, bensì racconta la storia di una sartina come le tante incontrate dall’autrice, quando l’industria del tessile di massa non esisteva ancora.
Infine, largo spazio ovviamente ai «quasi eroi», ovvero i microeditori – così come li ha definiti Paolo Festa – che anche quest’anno hanno partecipato al concorso MicroEditoria di Qualità. Molteplici i testi che la giuria ha ritenuto ‘marchiabili’ nelle varie categorie di narrativa, saggistica, bambini e ragazzi. I vincitori sono stati proclamati e declamati con la lettura di alcuni stralci da parte delle Librellule e degli studenti del Liceo Gigli di Rovato. Una menzione speciale è stata resa ad un libro edito da Grafo: si tratta di una raccolta dei pezzi più significativi apparsi nella rubrica ‘Tono Minore’ sul Giornale di Brescia a cura di Renzo Bresciani tra il 1984 ed il 1997; un omaggio ad una penna delicata che ha parlato di vite non illustri descrivendone semplicemente la bellezza, come quando scrisse: «Una bella donna potrebbe anche indossare una parola».

Nata a Palazzolo, dopo la laurea in lingue e letterature straniere si trasferisce a Londra dove si dedica all’insegnamento. Lo studio delle scienze e della psicologia unitamente alla passione per la scrittura, il cinema e la musica riempiono le sue giornate spese tra l’Italia, il Regno Unito e gli USA.

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