«Chiamarla piccola editoria non mi piaceva », probabilmente per quella connotazione riduttiva che l’aggettivo attribuisce al sostantivo e che la confonde con il vanity press o editoria a pagamento. Perciò Daniela Mena, direttrice artistica dell’evento in cerca di qualità, ha preferito attingere dal greco e chiamarla MicroEditoria.
Era il 2003 quando, fresca di laurea, il padre le affidò l’incarico dello sviluppo di questa rassegna editoriale che si sarebbe ispirata all’esperienza di Belgioioso (vent’anni di Festival dell’Editoria e delle Arti) e avrebbe dato un seguito agli eventi che il Comune di Orzinuovi aveva deciso di non riproporre sul suo territorio. Lo sforzo organizzativo di quell’anno venne premiato con l’adesione di oltre tremila persone e quaranta tra micro e piccoli editori: i primi rappresentano case editrici che pubblicano meno di dieci titoli l’anno, per i quali spesso prevale la passione per la parola scritta più che per il fatturato, facendosi spesso anche depositari della salvaguardia e della trasmissione della storia locale.
Da allora questo appuntamento annuale – che si tiene nella splendida cornice di Villa Mazzotti a Chiari – ha regalato all’équipe dell’associazione L’Impronta, al suo Comitato Scientifico alla base dell’organizzazione e naturalmente al fedele pubblico della MicroEditoria innumerevoli ricordi di incontri con autori e personaggi del nostro tempo. Daniela nomina con piacere grandi scrittori come Dacia Maraini e Andrea De Carlo, giornalisti come Corrado Augias e Toni Capuozzo, il magistrato Gherardo Colombo, il critico d’arte Philippe Daverio e il musicista e comico Rocco Tanica che, incerto sull’esibirsi con una performance musicale, non ha saputo resistere al richiamo di un pianoforte che pareva d’intralcio all’allestimento, ma la cui presenza in Villa probabilmente aveva un suo perché nell’ordine cosmico delle cose.
L’arrivo, il supporto e la sentita partecipazione di Alda Merini alla prima edizione della MicroEditoria rimane senza dubbio il più dolce dei ricordi per Daniela Mena che, a poco più di due mesi dall’appuntamento del 2018, è immersa nel contesto delle novità che verranno proposte in autunno.
«La cultura assume le forme della sua epoca », spiega. Riprendendo la tesi del sociologo canadese Marshall McLuhan secondo cui il medium rappresenta esso stesso il messaggio, Daniela racconta che «anche la MicroEditoria non poteva esimersi dal prendere in considerazione la digitalizzazione della parola e del supporto su cui arriva al pubblico. Per questo tra gli ospiti di quest’anno si annoverano i giornalisti digitali, che con i loro blog e le loro pagine online hanno saputo interpretare le esigenze del fruitore contemporaneo». Il colloquio con Daniela, fervida lettrice e mamma, si conclude con una riflessione sull’amore per la lettura che nei giovani italiani ancora latita. «Coinvolgere i ragazzi chiedendo loro di leggere e giudicare testi alla loro portata può aiutare a chiudere il gap tra lettura scolastica imposta e lettura per piacere – conclude -. Ecco perché la MicroEditoria in passato ha chiesto la collaborazione dei Licei Lorenzo Gigli di Rovato e della loro biblioteca interna affinché dei giovani giurati scegliessero un testo tra una mezza dozzina proposti e si adoperassero per intervistarne l’autore».
Insomma, lettura come divertimento nel senso latino del termine divertere, ossia volgere l’attenzione altrove, in un’altra epoca, in un altro paese o persino in un mondo fantastico. E per questo e per altri splendidi incontri con i libri non resta che aspettare la prossima MicroEditoria, a novembre di quest’anno.