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Dai Territori

A Paratico si omaggia De Andrè e la cultura prende il volo

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Una biblioteca con un nuovo meraviglioso giardino a metà tra l’italiano e il nipponico e soprattutto la nuova piazza comunale, intitolata ad una figura fondamentale della musica e della cultura italiana del Novecento.

È stata una giornata particolare e molto apprezzata quella dello scorso 22 luglio, quando centinaia di paraticesi hanno voluto prendere parte alla doppia inaugurazione di piazza De Andrè e del nuovo giardino della biblioteca: un momento che rimarrà scritto nella storia del paese lacustre sia per la manifestazione dedicata al centro culturale, sia per la dedica della piazza al cantautore genovese.

Le note e le parole di De Andrè hanno riecheggiato durante tutto il pomeriggio, mentre si celebrava anche la conclusione del consueto Simposio di Scultura, che ha portato una decina di artisti a cimentarsi proprio con la trasposizione artistica delle canzoni di Faber.

Grazie al progetto di due architetti bresciani, all’esterno della biblioteca è stato inaugurato un giardino di circa duemila metri quadrati, la cui realizzazione è stata possibile in seguito all’acquisto e alla demolizione dell’ex edificio del Municipio, la cui sede ora è appunto collocata stabilmente nella piazza intitolata a De Andrè.

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L’area verde – che comprende anche elementi architettonici del palazzo originale (le mura perimetrali) e nuovi arredi naturali (piante locali, ghiaie colorate e massi in arenaria) – è stata chiamata giardino zen proprio per i richiami ai giardini giapponesi, con un percorso studiato appositamente per i più piccoli. Parte integrante della biblioteca, il giardino è stato messo in comunicazione con la stessa tramite un ponte in ferro che collega metaforicamente i due «luoghi dell’anima». Completa l’area una scultura dedicata a Emily Dickinson, a cui è intitolata la biblioteca stessa, che ricorda la passione della poetessa per la botanica.

Lo stesso giorno, all’inaugurazione del parco è seguita quella della piazza: i paraticesi si sono spostati di pochi metri fino a raggiungere la nuova piazza De Andrè, un luogo da un lato certamente più funzionale alle esigenze amministrative (data la vicinanza del palazzo comunale) e dall’altro capace di unire la cultura contemporanea e la casa di tutti i cittadini. «…e come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno come le rose»: questa l’iscrizione sulla targa, perfetta chiosa ad un’iniziativa che ha affascinato molti.

Giornalista pubblicista, classe 1986, nato a Palazzolo sull’Oglio dove risiede da sempre. Laureato magistrale alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, lavora come corrispondente per un importante quotidiano locale.
Appassionato di cinema, di storia, lingue straniere e geopolitica.

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