Nel quartiere di Mura vive una giovane coppia cosmopolita: lei palazzolese doc, lui americano dell’Illinois. Il 35enne Jason Berger viene da Rockford, periferia di Chicago, e nonostante la giovane età si porta dietro una storia interessante, che va contro ogni tipo di pregiudizio.
Tutto è iniziato nel 2008, quando Jason ha incontrato per la prima volta la palazzolese Valentina Fratus a Milano ed è subito sbocciato l’amore. Pochi mesi dopo però si è arruolato nell’esercito e vi è restato per quattro anni, durante i quali ha partecipato a una missione di un anno in Iraq. A Palazzolo è giunto nel 2012 per tre mesi, tornando poi a lavorare nell’esercito come operatore di drone, questa volta in Afghanistan per un contractor privato. «La mia è una storia un po’ lunga e complicata, ma nel novembre 2014 sono riuscito a trasferirmi stabilmente a Palazzolo e dopo tre mesi mi sono sposato con Valentina». Oggi, dopo sei anni vissuti in Italia, tante sono le differenze culturali che Jason ha riscontrato, a partire da quella culinaria: «In Italia il cibo è molto importante sia per l’attenzione alle coltivazioni, sia per la geografia. In Usa la cucina è troppo pesante e omogenea: puoi viaggiare per migliaia di chilometri e cambia poco, mentre in Italia se ti sposti anche di pochi chilometri trovi nuove ricette e nuovi modi di cucinare». Differenze che ha notato anche in altri ambiti della società: «A 19 anni mi sono rotto il braccio facendo skateboard e “grazie” alla sanità privata americana ho speso 17mila dollari per sistemarlo – dice Jason, sorridendo – Domani invece andrò a fare una radiografia qui vicino e pagherò solamente 60 euro: è fantastico!».
Ma non è tutto. Infatti, Jason fin da subito è rimasto molto affascinato dalla cittadina sulle rive dell’Oglio ed è convinto che Chicago, pur essendo una grande metropoli, sia molto più simile a Palazzolo che a Rockford, la sua città natale. «Qui, come nel centro di Chicago, puoi comodamente spostarti a piedi e ci sono un sacco di cose da fare vicino a te – spiega – mentre Rockford è estesa e dispersiva: sei costretto a usare l’auto per spostarti e questa, purtroppo, è una cosa molto tipica degli Stati Uniti».
Due mesi fa Jason ha conseguito un Master in Economia e Scienze Politiche all’Università Statale di Milano e ora sta cercando lavoro nel settore umanitario. «Mi interesserebbe molto lavorare con i rifugiati e con i richiedenti asilo – confessa il giovane statunitense – La mia storia di immigrazione è molto più semplice e comoda rispetto a quella di altri, ma ci sono comunque diverse sfide quotidiane da affrontare, come ad esempio imparare una nuova lingua da zero. Mi sento una persona molto fortunata. Ogni volta che guardo fuori dal balcone, o cammino in piazza dico tra me e me: ma quanto è bello poter vivere qui?».