«C’è sempre stata una gran voglia di visitare il mondo e vedere cosa ha da offrire, non ho deciso di partire all’ultimo». Inizia così la chiacchierata con Stefano Malzanni, sette anni come istruttore di nuoto e fitness a Castelli Calepio e 31 totali di età, suddivisi tra Palazzolo, Cividino, Quintano e ora (dall’ottobre 2014) a Perth, in Australia. Per la precisazione a Riverton, sobborgo a sud della città.
«Ho iniziato a parlarne anni fa con il mio migliore amico. Poi la sua vita ad un certo punto è cambiata, mentre io ho impiegato ancora un po’ di tempo per uscire dalla mia comfort zone – racconta Stefano – Ho iniziato a dover decidere cosa fare, perché partire da solo non è come partire con il tuo migliore amico. Ma ne avevo parlato talmente tanto che non potevo più tirarmi indietro: alla fine il desiderio di esplorare ha prevalso sulla paura dell’ignoto». E la scelta della città di destinazione non è stata ovviamente casuale. «Ho scelto una città non caotica, ma in espansione, con opportunità di lavoro elevate e paghe in media migliori delle altre città. Per non parlare delle spiagge meravigliose».
Scelto il luogo, mancava tutto il resto. «Ho iniziato ad informarmi: forum di italiani in Australia, blog di persone che raccontano la loro esperienza, interviste e siti istituzionali australiani. Purtroppo, leggendo molto, cresceva anche la paura dell’ignoto: le informazioni diventano discordanti e confuse, anche perché le differenze con l’Italia sono davvero notevoli – spiega ancora Stefano – L’ambientamento sociale è stato interessante: ho scelto di stare in ostello, conoscere gente, migliorare il mio inglese. E tutti sono stati molto cordiali».
Più difficile, invece, l’ambientamento lavorativo, leggermente più complicato. «Da un lato ero abituato a lavori a tempo pieno, dall’altro scioccamente non mi ero preparato un curriculum standard australiano. Ho iniziato col fare contemporaneamente sia il cameriere in un hotel, sia il pizzaiolo in un ristorante. Ecco perché mi sento di dare un consiglio a chi volesse fare una scelta come la mia: preparate bene soprattutto la conoscenza dell’inglese, imparate a sostenere una conversazione fluida».
Per chi vive lontano da casa, la domanda sulla nostalgia è quasi d’obbligo. «Più che l’Italia, mi mancano i miei amici e la mia famiglia, ma con la tecnologia riesco a sentirli meno lontani. Mi aiuta molto sapere che stanno tutti alla grande – racconta Stefano -. Dal punto di vista personale, dopo pochi mesi che ero In Australia ho conosciuto la mia attuale compagna e da quel momento i miei progetti sono cambiati: l’idea iniziale era di restare qui un anno, o due e poi riprendere ad esplorare il mondo. Ora ho una Partnership Visa, un Visto specifico per le coppie di fatto che mi sta portando sulla strada della cittadinanza. Ma l’idea di voler viaggiare, comunque, mi è rimasta».
Stefano adesso fa l’Inventory Officer per la principale organizzazione no profit nell’ambito del servizio di ambulanze, prodotti e servizi di primo soccorso. Con un sogno per il domani. «In futuro vorrei riprendere a fare qui quello che ho fatto per dieci anni in Italia: infatti, da qualche settimana ho aperto come insegnante una scuola di capoeira e la sto pubblicizzando. Non è facile catturare interesse della gente, vista la particolarità dell’offerta, ma sono ottimista».