Ventidue appartamenti, altrettante famiglie e un ambizioso obiettivo: vivere insieme condividendo spazi comuni e svolgendo ciascuno un piccolo, ma importante ruolo nella comunità del complesso residenziale.
È questo l’innovativo progetto – il primo di questo tipo nella Valle dell’Oglio – che è stato inaugurato a fine giugno a Palazzolo, precisamente alla Cà del Cà di via Pontida. La struttura, che dispone di ampi spazi verdi, di parcheggi e di un cortile esterno, è di proprietà della CDS Holding di Erbusco, ma quattro anni fa stava per diventare un grande centro di accoglienza per richiedenti asilo: all’epoca emerse una polemica che si smorzò solo dopo l’intervento del Comune, il quale aveva dimostrato che non vi erano gli estremi normativi per consentire un tale insediamento. Risolto questo problema, era rimasta comunque una criticità: cosa farne di questo maxi complesso abitativo abbandonato da oltre quindici anni?
Ecco che in quel momento è nata una sinergia tra l’ente comunale, la CDS e il Movimento Cooperativo Palazzolese, i quali si sono trovati d’accordo sull’ideazione di un progetto di housing sociale che avrebbe portato giovamenti a tutti, specialmente ai nuovi residenti, persone selezionate e in grado di vivere insieme in uno spazio nuovo – o meglio, ristrutturato – condividendo idee, attività, servizi. Insomma, una via innovativa che va decisamente controcorrente rispetto al mondo attuale, sempre più individualista.
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La risposta delle persone è stata incredibile. Infatti, l’anno scorso è cominciato il percorso che ha portato alla definizione (tramite appositi colloqui e analisi delle situazioni familiari) di coloro che avrebbero riempito questi appartamenti. Alla fine del 2017, dopo numerosi lavori per ammodernare la struttura, i primi nuclei familiari (ma anche giovani single alla prima esperienza lontano dai genitori, separati e divorziati, anziani in difficoltà) hanno potuto entrare nelle nuove case. Da quel momento è cominciato un percorso di organizzazione, condivisione delle scelte e attività pratiche: come la realizzazione di spazi verdi, orti, fioriere e aiuole, arredamento delle aree comuni e perfino la creazione di una meridiana su una parete della costruzione, una delle più precise della zona.
L’inaugurazione è arrivata dopo la sistemazione dei primi inquilini nel residence che in poco tempo è passato ad essere vivo come non mai. «Per noi è stata una sfida, un’avventura affrontata con entusiasmo e molto coraggio, perché non è sempre facile dover trovare un compromesso tra persone diverse – ha spiegato la giovane residente Sara Strabla a nome degli inquilini – Per noi è un successo, un’esperienza fantastica che ci porta a confrontarci e continuerà nei prossimi anni con attività e idee per migliorare la nostra vita».